Se succede di incontrare qualcuno che ha cambiato vita, conosciuto il terremoto di una qualche svolta – professionale, sociale, sentimentale, esistenziale – molte volte lo si intuisce. Lo si nota dai suoi modi, o dallo sguardo, profondo e sfuggente insieme. Certe caratteristiche accomunano le persone che si sono trovate davanti a delle svolte, siano state volontarie o invece subìte. Tratti impercettibili ma decisivi. Può essere un particolare modo di ragionare, o un muoversi dentro alle faccende della vita con attenzione, guardinghi, più consapevoli di quanto spontaneamente sarebbe. Maturi per via dell’esperienza di crisi attraversate, dubbi ed esitazioni vissuti sino al coraggio di prendere una decisione radicale.
Chi conta un altro tipo di vita dietro di sé possiede prudenza e attenzione. Sa applicare alla nuova esistenza criteri che erano della precedente. Ho conosciuto un funzionario di banca che era stato anestesista. Un organizzatore culturale ex dirigente d’azienda. Una volontaria per i diritti umani per molti anni, in passato, secondo violino in un’orchestra. Vari altri. In tutti ho riscontrato stessa miscela di saggezza e libertà. Come se l’avere conquistato una seconda occasione li facesse stare più in profondità dentro alle cose, dentro al tempo.