Quella ferita nella storia da cui entra la luce di Dio
domenica 30 giugno 2024
Fare memoria dei martiri significa ricordare una ferita che da sempre accompagna il Vangelo nella storia. Una ferita dalla quale, però, s’intravede la luce della vita divina che raggiunge ogni essere umano. Così la testimonianza dei cristiani della Chiesa di Roma uccisi nell’anno 64 perché accusati ingiustamente da Nerone dell’incendio della città, ci ricorda ancora oggi che spesso la voce del Vangelo è messa a tacere dai potenti, ma continua a farsi sentire grazie alla fede del popolo di Dio. Erano passati pochi anni dalla morte e risurrezione di Gesù a Gerusalemme, ma nella capitale dell’Impero il suo messaggio si era già diffuso. La crisi era dietro l’angolo e serviva un capro espiatorio: si decise che il pericolo veniva dai cristiani, con quella loro fede rivoluzionaria e per questo Nerone li incolpò del grande incendio. Un’accusa che scatenò una persecuzione feroce. Lo storico Tacito nei suoi «Annali» descrivendo il martirio dei cristiani narrava: «Alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero da illuminazione notturna». La persecuzione contro i cristiani si protrasse fino all’anno 67. Altri santi. Sant’Adolfo di Osnabruck, vescovo (1185-1224); beato Gennaro Maria Sarnelli, religioso (1702-1744). Letture. Romano. Sap 1,13-15;2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43. Ambrosiano. Es 3,1-15; Sal 67 (68); 1Cor 2,1-7; Mt 11,27-30. Bizantino. 1Cor 4,9-16; Mt 9,36-10,8. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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