Un sassolino da niente gettato sull'acqua fa onde. Capita in pagina e vale anche ogni 9 anni per Luigi Garlaschelli di professione chimico, che lancia il suo sassolino sulla Sindone, bersaglio fisso! Qui già 28/11/2000, poi 6/10 e 19/11/2009 e ora nuova vecchia scadenza, luglio 2018. Di nuovo all'attacco lui dichiara al mondo che ha trovato la prova del «falso» e il sassolino subito rimbalza, piatto, in molte pagine. Però non leggi che il chimico Garlaschelli non crede alla autenticità della Sindone, ma che – «scoperta degli scienziati» ("Giornale, 17/7, p. 1) «la Sindone è un falso» ("Nazione", "Resto del Carlino", "Giorno", 17/7, p. 9), «falsa metà delle macchie» di sangue – e l'altra metà? Si sorvola... E leggi, ovviamente, che «si riapre il dibattito sulla Sindone», e «il test riaccende il mistero», pur ricordando che «nell'ultima ostensione sono accorsi a Torino due milioni di fedeli». Pagine piene! C'è spazio anche per qualche replica di esperti veri, ma non sempre.
Che dire? A parte le ricorrenze novennali del Garlaschelli, per l'occasione «scienziato-manichino» che «si è offerto volontario per dimostrare la sua tesi» nei ripetuti esperimenti tra vero e falso, anzi tra falso e falso, così è la stampa. Non si possono pubblicare pagine vuote, e le si riempie come si può, anche quando arriva la scadenza novennale del Garlaschelli di turno. Così anche stavolta.
Ora basterà attendere, se si vuole, fino al 2027! Per fortuna una volta tanto titola bene "Il Tempo" (p. 1 e int.): «Chi ha paura della Sindone». Tanti, davvero! È libertà, ma se ricordi che la memoria si perde nei secoli, che sulla tela ci sono segni di un'energia che ha trapassato il tessuto e che la prima foto ha svelato un negativo perfetto allora ti viene un paragone cinematografico: un capolavoro di Bergman da una parte, e una imitazione malriuscita di Ridolini dall'altra. A scelta.
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