Per il «Requiem» di Mozart arriva un'“edizione critica” integrale
domenica 1 settembre 2013
Poche pagine come il Requiem di Mozart continuano a esercitare un fascino che si spinge ben oltre il semplice – e assoluto – valore del suo portato artistico: la richiesta da parte di un misterioso committente insieme con l'aggravamento delle condizioni di salute del compositore, che ha lavorato alla sua partitura estrema sul letto di morte e che alla fine l'ha lasciata incompiuta, sono infatti elementi che hanno contribuito a creare un alone di mito e di leggenda ancora oggi vivo nell'immaginario collettivo, grazie anche a opere letterarie e film di grande successo.Nel corso degli anni il mercato discografico si è arricchito di decine di incisioni incentrate quasi esclusivamente sulla versione di riferimento portata a termine da uno degli ultimi allievi del compositore austriaco, Franz Xaver Süssmayr, anche se in tempi recenti un nutrito gruppo di studiosi ha compiuto ricerche su autografi e documenti dell'epoca e, in base alle più recenti acquisizioni storiche e musicologiche, ha avanzato ipotesi che continuano a mantenere inalterato l'interesse verso il capolavoro mozartiano.È proprio questo il punto di partenza da cui prende avvio il progetto discografico intitolato Requiem Realizations che vede protagonisti il Choir of King's College di Cambridge e l'Academy of Ancient Music diretti da Stephen Cleobury (Cd pubblicato dall'etichetta Choir of King's College e distribuito da Sound and Music). Si tratta di un'incisione che, al fianco della registrazione integrale del capolavoro mozartiano nella “versione Süssmayr”, affianca anche i completamenti di alcuni brani tra quelli lasciati incompiuti dall'autore: Lacrimosa (Michael Finnissy), Sanctus (Robert Levin e Franz Beyer), Benedictus (Duncan Druce) e Cum sanctis Tuis (ancora Robert Levin), a cui si aggiunge un Amen composto da Richard Maunder per la chiusura del Lacrimosa. Una sorta di “edizione critica” in formato sonoro che non presenta nulla di particolarmente innovativo o provocatorio, ma suggestive scelte stilistiche dettate da considerazioni di carattere musicologico che poco aggiungono all'impronta originale di un'opera sublime quanto enigmatica, indelebilmente segnata dal genio del suo creatore.
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