Parlare di Dio e “spiegare” la fede è compito coraggioso ma profetico
giovedì 21 dicembre 2023
Eppure è possibile parlare di Dio al mondo, spiegare e mostrare il Mistero di un amore infinito che ci accoglie e sana le nostre ferite. Ma è necessario il coraggio di parlarne, la determinazione di mettere Dio al centro dei nostri discorsi, senza temere il confronto, specie con chi si proclama lontano o contrario alla vita di fede. Tutto è ciò è possibile conciliando verità - quella di cui si è testimoni - con misericordia - quella dovuta a ogni essere umano in quanto figlio di Dio. E in effetti i cristiani sanno “comporre armoniosamente la fedeltà ai principi dogmatici con il rispetto dovuto a ogni persona”. Ben lo testimonia l’esempio di san Pietro Canisio, che fu l’ottavo membro a unirsi alla Compagnia di Gesù fondata da sant’Ignazio di Loyola e divenne un portatore della fede cattolica nella Germania segnata dalla Riforma luterana. Benedetto XVI, durante l’udienza generale del 9 febbraio 2011, ricordava che nella sua terra, ancora la generazione di suo padre chiamava il catechismo semplicemente «il Canisio». Questo dottore della Chiesa, autore anche di diversi testi di carattere catechistico, appunto, era nato nel 1521 a Nimega e aveva studiato diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia, dove divenne prete nel 1546. In questa città lesse gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, avvicinandosi al suo carisma. Prima tappa del suo ministero fu la Baviera, lasciando un segno profondo: tutto, sottolineava Ratzinger, gli fu possibile solo grazie alla profonda amicizia personale con Gesù. Morì a Friburgo nel 1597. Altri santi. San Michea, profeta (VIII sec.); beato Domenico Spadafora da Randazzo, domenicano (1450-1521). Letture. Romano. Ct 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45. Ambrosiano. IV feria prenatalizia “dell’Accolto”. Rt 2,19-3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6.8,1-2; Lc 1,57-66. Bizantino. Eb 10,35-11,7; Mc 10,17-27. t.me/santoavvenire
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