Davvero duro uno sciopero della fame di 10 giorni, soprattutto quando si è circondati da pane fragrante e altre calde specialità appena uscite dal forno. Ma lo scorso 3 gennaio, Stéphane Ravacley, panettiere 50enne a Besançon, nell'Est francese, si è messo a digiuno per denunciare "l'ingiustizia" del decreto d'espulsione contro il proprio apprendista diciottenne, Laye Fodé Traoré, d'origine guineana. «Un buon ragazzo» sempre davanti al forno prima dell'alba, per Ravacley, che si definisce come un «piccolo panettiere senza conoscenze». L'amicizia fra i due e il gesto coraggioso del fornaio hanno commosso clienti ed associazioni locali, pronti a firmare e far firmare in fretta una petizione. Quello dell'apprendista panettiere è così diventato un caso emblematico capace di far riflettere i francesi: nel Paese, tanti giovanissimi sans papiers trovano lavoro come apprendisti, rischiando poi l'espulsione automatica al compimento dei 18 anni. Grazie al suo capo dal gran cuore pronto a rischiare la salute, Laye Fodé Traoré ce l'ha fatta. Il giovane guineano sempre con il sorriso è stato appena regolarizzato, in mezzo a una pioggia di messaggi d'esultanza attorno al piccolo panificio di provincia. E per un giorno, grazie a un fornaio ordinario, anche Besançon si è sentita un po' più grande.
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