Più volte ci siamo occupati (perché lo merita) del programma di inclusione sociale e disabilità O anche no condotto da Paola Severini Melograni, che lo firma con Eugenio Giannetta, la collaborazione di Stefano Disegni e Valeria Zanatta e la regia di Gabriele Mammarella, in onda la domenica alle 10,15 su Rai 3 e poi disponibile su RaiPlay. Questa volta torniamo ad occuparcene non per gli ottimi servizi o gli stacchi musicali dei bravi «Ladri di carrozzelle», bensì per la rubrica “Al ristorante con Edoardo Raspelli”, giornalista, scrittore, conduttore televisivo, numero uno dell’enogastronomia in quanto il primo in Italia a creare nel 1975 per un quotidiano, il Corriere d’informazione, la critica ai ristoranti. E non era tenero, tutt’altro: basti pensare che la rubrica, ideata dal direttore Cesare Lanza, s’intitolava “Il faccino nero”. In 49 anni di carriera ha sperimentato 6 mila ristoranti. Ha condotto 614 puntate della Melaverde. Alcuni suoi imperdibili servizi (tutti conclusi con il tradizionale augurio «In bocca alle balene») vanno ancora in onda in replica su Canale 5, anche questi la domenica mattina. Dall’anno scorso, su idea di Paola Severini, ha creato un’altra rubrica unica, «Al ristorante con Edoardo Raspelli», appunto, in cui racconta non solo di agnolotti e fritto misto, ma anche di accessibilità e inclusione da parte di quelli che a volte chiama «mangifici». Domenica scorsa ci ha portato ad esempio a Livigno per parlarci della cucina molto personalizzata di un ristorante all’interno di un albergo, spiegandoci che le uniche barriere architettoniche potrebbero essere la neve o il ghiaccio per strada non certo gli accessi al locale, anche perché altrimenti non l’avrebbe selezionato. In tempi in cui le cucine imperversano in tv e le recensioni in rete fanno la differenza, ci sembra più che giusto segnalare se il ristorante è accessibile a tutti.
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