Quando nell’anima arde il fuoco del vero amore, non c’è fiamma del mondo che possa farci del male. Soprattutto se quell’amore è radicato nel cuore di Dio. Ecco perché i cristiani vivono le inevitabili ferite della vita con un coraggio che è profetico e portatore di speranza per tutti. Ed è proprio di fronte agli ostacoli che viene saggiata la credibilità della loro fede e della loro testimonianza. Proprio di questa sfida ci parla la storia dei tre santi Anania, Azaria e Misaele, le cui vicende sono narrate nel libro di Daniele. Erano giovani del Regno di Giuda, deportati a Babilonia assieme al loro popolo dal re Nabucodònosor, e, assieme a Daniele, si erano fatti notare per le loro capacità, tanto che il sovrano decise di farli amministratori di una provincia. I loro nomi vennero cambiati con dei nomi caldei: Daniele divenne Baltazzàr, Azaria divenne Abdenego, Anania divenne Shadrach e Misaele divenne Mesach. Questo però non fece loro dimenticare le proprie radici e la propria identità religiosa. Quando, infatti, il re eresse una statua e chiese che tutti l’adorassero essi si rifiutarono e per questo furono gettati dentro a una fornace ardente. Ma mentre loro, illesi, elevavano canti di lode a Dio, gli uomini addetti al fuoco venivano uccisi dalle potenti fiamme. Fu lo stesso Nabucodònosor, stupito, a salvare i tre dal supplizio, riconoscendo la grandezza del loro Dio.
Altri santi. San Modesto, patriarca di Gerusalemme (VII sec.); san Giovanni de Matha, sacerdote (1154-1213).
Letture. Romano. III Domenica di Avvento - Gaudete. Is 61,1-2.10-11; Lc 1,46-54;
1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28.
Ambrosiano. Domenica dell’Incarnazione o della Divina maternità della Beata Vergine Maria. Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1, 26-38a.
Bizantino. Col 3,4-11; Lc 14,16-24 e Mt 22,14.
t.me/santoavvenire
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