Fare della propria vita un frammento di Cielo in mezzo all’umanità: è di questa missione che sono icona i monaci e gli eremiti. La loro scelta estrema è un invito a orientare la vita verso l’essenziale: Dio stesso. Ed è questo il messaggio profetico che oggi ci consegna anche san Saba Archimandrita, che costruì il suo frammento d’Infinito nella “laura”, la forma tipica di comunità monastica dell’Oriente cristiano. Era nato nel 439 a Cesarea di Cappadocia e aveva ricevuto una solida formazione nel monastero di Flavianae. Partito per la Terra Santa da pellegrino a 18 anni, intenzionato a farsi monaco, incontrò diverse comunità monastiche, ognuna con una struttura e uno stile di vita diverso. Trovò, infine, un maestro spirituale nel monaco Eutimio detto “il grande”, assieme al quale visse la sua esperienza eremitica nell’attuale Giordania. Dopo la morte di quest’ultimo si stabilì nella valle del Cedron, nei pressi di Gerusalemme, e ben presto attorno a lui crebbe una folta comunità: era la “laura”, che in suo onore prese poi il nome di Mar Saba. Nel 492 il fondatore venne ordinato sacerdote e il patriarca Elia di Gerusalemme lo nominò archimandrita, capo di tutti gli anacoreti di Palestina. Morì nel 532.
Altri santi. San Giovanni Almond, sacerdote e martire (1576-1612); beato Filippo Rinaldi, sacerdote (1856-1931).
Letture. Romano. Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27.
Ambrosiano. Ger 7,1-11; Sal 106 (107); Zc 8,10-17; Mt 16,1-12.
Bizantino. Gal 5,22-6,2; Mt 11,27-30.
t.me/santoavvenire
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