
«Solo per la maglia» recita lo striscione della Sud milanista. Una Curva rimasta vuota, per protesta contro la società, per i primi 15 minuti dell’ennesima debacle del Milan con la Lazio. Sconfitta di rigore (al 98’ trasforma l’inossidabile Pedro, classe 1987), la terza di fila dell’ormai ex profeta lusitano Sergio Conceiçao. Ma in tutto questo caos, per niente calmo, con una folla milanista inferocita che, come una litania, tutta la notte intona «Cardinale devi vendere, vattene, vattene!», il vero paradossale anacronismo parte proprio da quello striscione di ispirazione popolare: «Solo per la maglia». Ma quale maglia? Se in casa una squadra che veste di rossonero fin dall’ultimo anno dell’800 si presenta con una casacca che è un misto di divisa da lavoro, tra lo steward e l’operaio dell’Anas, con un parte superiore modello nazionale del Belgio e quella inferiore omaggio al Portogallo di Conceiçao. Quindi, anche volendo, se partiamo dal criterio simbolico della casacca è diventato ormai impossibile per gli 11 disorientatissimi calciatori del Milan onorare degnamente società e tifosi. Se al Milan è tutto da rifare, dalla dirigenza alla panchina, passando ovviamente per la rosa, c’è ancora molto da fare anche per la questione scudetto. Il big match tricolore Napoli-Inter è finito pari e patta (1-1), ma con un Antonio Conte che troisianamente può ricominciare da tre. In primis la classifica: il suo Napoli rimane a -1 dalla capolista Inter ma ora ha solo l’onere del campionato, e calendario alla mano le prossime 11 gare per gli azzurri partenopei possono diventare un “mare fuori”. La seconda certezza è che al primo anno di gestione Conte la squadra del cinepresidente Aurelio De Laurentiis è tornata competitiva e potrà giocarsela fino all’ultimo respiro. La terza è che la primavera potrebbe essere più maledetta per l’Inter di Simone Inzaghi che ha la Champions da portare avanti come obiettivo principale e una doppia semifinale di Coppa Italia che ripropone il derby con il Milan, comunque bestia nera di stagione. L’Inter rimane sempre la candidata n.1 per la vittoria del torneo (peraltro bis), però non sarà facile resistere agli assalti di questo Napoli che ci crede e sa che la soglia scudetto si è abbassata: per il titolo potrebbero bastare 28 punti da qui alla fine. Andamento lento canterebbe un supertifoso del Napoli come il batterista e maestro di percussioni Tullio De Piscopo: per ascoltare lui e tutti gli amici di Pino Daniele, per i decennale del morte, appuntamento a Napoli, il 19 marzo. Più di un terzo dei punti delle due di vertice, Inter e Napoli sono frutto di pareggi: 7 i nerazzurri e 6 i partenopei, rispettivamente con 3 e 4 sconfitte subite. L’Atalanta di Gasperini “ultima corsa”, con lo 0-0 con il Venezia ha perso la grande chance di andare a -1 dalla vetta e agganciare il Napoli, ma con i suoi 55 punti rappresenta una minaccia costante. E il finale di partita potrebbe essere davvero alla Beckett: Godot che arriva primo, vestito di nerazzurro, ma non è quello interista...
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