«Da quando è arrivato il capolavoro di Raffaello, siamo tornati ad essere “lu centru de lu munnu”...», grida al telefonino in dialetto folignate – sprizzando gioia – all'amico lontano, mentre è in coda per entrare alla Chiesa del Monastero di Sant'Anna, dove sta per ammirare la Madonna di Foligno. La pala di Raffaello, «è tornata a casa». La Madonna, commissionata al “divin pittore” d'Urbino (la portò a termine tra il 1511-1512) dal folignate Sigismondo de' Conti – segretario di papa Giulio II – dopo 232 anni è stata rimessa al “suo posto”, nella cappellina interna del Monastero delle Contesse e lì rimarrà fino a domenica quando tornerà ai Musei Vaticani.Ed è quella data che intristisce i folignati, specie gli adepti del Comitato “Ridateci la Madonna di Foligno”. Tutta la città ne parla. E dal magnifico centro storico – restaurato dopo il terremoto del 1997 – il dibattito artistico si è trasferito in Rete. Cascate di commenti su Internet, dove si passa dall'estasi per l'opera (appena ammirata dai 240mila milanesi) al tormento per il “ratto” subìto dalla stessa dalle truppe di Napoleone (nel 1797). «Per colpa dei soliti francesi, l'abbiamo persa per sempre...», rivendica un giovane sciovinista seduto ai tavoli del Caffè Barbanera. Una perla quel caffè, come la “piccola reggia” di Palazzo Trinci e il “Battesimo di Gesù” del Perugino all'Oratorio della Nunziatella. Tre delle tante cose splendide di Foligno che restano anche dopo il 26 gennaio, da custodire e ammirare per sempre.
Massimiliano Castellani
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