lunedì 29 novembre 2004
 «Vedi alla voce laico» dice un titolo dell"Unità (mercoledì 24). Uno guarda e vede che il vero significato di «laico» è «laicista». Infatti, «laico è chiunque non sia un prete» (e già questo è limitativo), «laicista è invece chiunque sostenga l"opportunità che qualcosa (lo Stato, la giustizia, la scuola) sia, resti o diventi laica». Perciò «in una società laica le religioni fanno parte della sfera privata del cittadino» e «oggi un compito urgente della cultura consiste nella critica delle credenze religiose». La cultura «dovrebbe porre tra i propri compiti, più che il riconoscimento delle comunità religiose, l"emancipazione da esse». Il giorno prima, sul Manifesto era scritto: «Oserei sperare che la fede, in Europa e dappertutto, diventasse sempre più un fatto personale, che Dio fosse sempre più emarginato dalla politica». Ma è cultura quella che non sa che la diversità fra le religioni (soprattutto con il cristianesimo) rende difficile accomunarle in una categoria? Che per il cristianesimo l"aspetto pubblico della fede è essenziale per la comunità e per il singolo? E che la sua anima è il servizio alla società e non il dominio? Lo si confronti con l"Islam. Il laicismo è dunque una concezione totalitaria dello Stato, in cui le convinzioni personali dei cristiani (anche politiche) devono restare private mentre quelle dei "laici" hanno cittadinanza. L"Unità lo esplicita: «Ciò che distingue la società laica da quella religiosa è il fatto che non si può abbandonare la prima, rinunciando alla cittadinanza, mentre si deve poter abbandonare la seconda in ogni momento». Deduzione logica: «La società religiosa» è preferibile, almeno sul piano della libertà, a quella «laica».
LAICOLANDIASu La Repubblica (venerdì 26), anche Corrado Augias descrive la differenza fra «la libertà dei laici e quella dei cattolici»: «L"uomo di fede ha davanti a sé il laico trasparente come un cristallo, poiché egli è tutto in ciò che appare e che dice. Il laico invece non può scrutare i misteri del credente, che contraddicono persino la ragione e sono perciò indiscutibili [...] Ai laici non mancano le verità, umane però, per definizione e per scelta. Essi hanno la propria coscienza, il senso della propria responsabilità e [...] i princìpi di libertà eguaglianza e fraternità come punti di orientamento [...] l"umana solidarietà per gli umili e per i loro diritti calpestati, l"amore per gli altri». Invece «l"uomo di fede tende ad affermare davanti a tutti la sua Verità assoluta, imponendola se può con la forza. Il laico, all"opposto, si batte perché a ognuno sia consentito il libero esercizio del pensiero e la sua realizzazione pratica». Insomma: Laicolandia, il Paese di Bengodi. Dove, però i cristiani sono sopportati. Come nell"Islam la "gente del Libro".
MADDALENA LA GOTICA Su L"Espresso (2 dicembre) riappare la bufala della leggenda nordica dei Templari su Santo Graal e su Gesù che «sposa Maria Maddalena». Conseguenza: a Parigi, la gotica «Nôtre-Dame forse è dedicata non alla Madonna, ma a Maria Maddalena». Perché? Ma perché «"gotico" deriva dal greco "goeteia", "incantesimo, magia"». Lo scrive Piergiorgio Odifreddi, logico e matematico, che però dimentica l"antica popolazione germanica dei Goti. E molte altre cose.
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