L’intenzione dichiarata di Tyler Futrell era quella di non aggiungere un nuovo tassello al vasto repertorio dello Stabat Mater, bensì di scrivere un lavoro “sullo Stabat Mater”, vale a dire riflettere su ciò che questo testo ha rappresentato – e continua a rappresentare – nella storia della musica sacra. Classe 1983, il compositore – che attualmente risiede a Oslo – è originario della California e racconta così la genesi dell’opera: «All’inizio del processo creativo, le notizie riportavano immagini di madri e figli separati al confine tra Stati Uniti e Messico, mentre si urlavano l’un l’altro nel tentativo disperato di ricongiungersi. Questo ha cristallizzato in me il vero significato emotivo della scena descritta nello Stabat Mater…». A partire da questo spunto, Futrell ha cercato di decostruire e superare l’estetizzazione della sofferenza che secondo lui spesso vela le traduzioni artistiche dello Stabat Mater, ponendo al centro un dolore reale, umano e straziante: quello di una madre che assiste impotente alla morte (o al distacco forzato) del proprio figlio. La partitura ricalca la strumentazione utilizzata da Pergolesi – due voci femminili soliste (soprano e mezzosoprano), orchestra d’archi e clavicembalo – ma si apre a molteplici contaminazioni e citazioni, dalla celebre ninna nanna di Brahms (Wiegenlied op. 49 n. 4) fino all’iconico Adagio per archi di Samuel Barber. Incisa dal Terjungensemble sotto la direzione di Lars-Erik ter Jung, l’opera si snoda attraverso un linguaggio che intreccia diverse tecniche compositive per esplorare le molteplici sfaccettature espressive del testo, affiancando e sovrapponendo echi e stilemi musicali del passato con idiomi contemporanei. C’è chi ha paragonato questa partitura a una radiosa Madonna di Raffaello smarrita in una Crocifissione di El Greco, ma il risultato finale è suggestivo, esito di una forza comunicativa sospinta tra le onde del dolore, la lacerazione del distacco e un’intensità emotiva senza tempo.
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Tyler Futrell
Stabat Mater
Terjungensemble,
Lars-Erik ter Jung
Bis/Ducale. Euro 20,00

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