Le soavi Cantate per la Pentecoste di Stölzel, ammirato anche da Bach
domenica 15 maggio 2005
Non può essere un semplice caso se il nome di Gottfried Heinrich Stölzel (1690-1749) è comparso con sempre maggior frequenza tra i progetti discografici pubblicati in questi ultimi mesi; così come ci deve pur essere un motivo se, ancora nel 1792, autorevoli critici e musicologi attestavano con sicurezza «come i compositori contemporanei abbiano attinto a molto di ciò che Stölzel ha realizzato prima di loro, ma anche come Stölzel si sia spinto ben oltre quanto oggi non si possa riscontrare nei loro recenti lavori». La copiosa produzione dell'artista tedesco attirò perfino l'attenzione di un illustre contemporaneo come il sommo Bach, che inserì alcuni brani di Stölzel all'interno dei Klavierbüchleine (Quaderni per tastiera) approntati per lo studio e il diletto della giovane sposa Anna Magdalena, ma che soprattutto attinse con ogni probabilità ad alcune pagine sacre del collega per onorare il proprio impegno di Thomaskantor a Lipsia. Direttore musicale presso la Corte di Gotha per quasi un trentennio, Stölzel diede infatti vita a uno sterminato numero di Cantate (oltre 1200, all'interno delle quali si possono individuare ben quattro doppi cicli completi per l'anno liturgico). Di questo ricco patrimonio è stato recentemente portato alla luce un gruppo di sei Cantate per le Festività di Pentecoste, eseguite per la prima volta, in tre giorni differenti, nel giugno del 1737 presso la Chiesa del Castello di Sondershausen (cd pubblicato da Cpo e distribuito da Sound and Music). Alla guida dell'ensemble strumentale Telemannisches Collegium Maichaelstein e di un non sempre convincente quartetto di cantanti solisti, il direttore Ludger Rémy ce ne ha restituito una lettura nel complesso dignitosa e misurata, conferendo giusto risalto alla discrezione dell'accompagnamento orchestrale, alla trasparente lucentezza del tessuto melodico, all'elegante agilità delle linee vocali e all'estrema confidenza con la retorica dell'epoca; riuscendo a mantenere sempre acceso il clima di vitalità, stupore e gioia con cui la plasticità barocca della musica di Stölzel accompagna le immagini che evocano la discesa dello Spirito Santo: «fiamma d'eterno amore», «brezza paradisiaca», «vento infuocato di grazia» e soprattutto «dimora salvifica del Signore».
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