L’autocongelamento funzionerà? Sparire servirà a qualcosa? Chiara Ferragni tace dal 15 dicembre e ai quotidiani si dà in pasto Fedez, con cucciola. Più analisi e ipotesi che fatti, contraddittori. Dal 24/12. Titolo sul “Corriere”: «Ferragni in crisi d’immagine. L’ipotesi del capro espiatorio per uscire dall’impasse». Conferma la “Verità”: «Silurato il manager?» (sarebbe Fabio Maria Damato). Smentisce Selvaggia Lucarelli sul “Fatto”: «Nessun capo espiatorio». Nella grande maggioranza a occuparsi dei Ferragnez sono giornaliste femmine. È Chiara Maffioletti (“Corriere”, 27/12) a interpretare la timida riapparizione di Fedez e la sparizione di Chiara: «Anche omettere è una scelta: esiste quello che ti mostro».
È Francesca Del Vecchio a offrire l’unica rivelazione di giornata (“Stampa”, 27/12), titolo: «Task Force Ferragni». Sommario: «Scelti due studi legali e un’agenzia per la comunicazione. L’obiettivo è uscire dall’impasse e risollevare l’immagine». Le due giornaliste più loquaci sono tra loro diversissime. Selvaggia Lucarelli impegna altre due pagine sul “Fatto” (24/12) sfumando i toni, passando dal lanciafiamme alla cerbottana: «Serviranno tempo e intelligenza per aggiustare quel che si può aggiustare – scrive – ma certo la Chiara di prima, quella vincente, vanagloriosa e senza macchia, sempre vittima e mai carnefice, non esisterà più. Quel posto, oggi, è vacante». Sembra quasi che Selvaggia “abbia bisogno” di Chiara e quindi non debba distruggerla del tutto; non viceversa, Chiara farebbe volentieri a meno di Selvaggia.
Non usa le buone maniere Silvana De Mari sulla “Verità” (27/12): «Chiara Ferragni e Fedez sono individui d’una mediocrità spaventosa», eccelsi in cafonaggine e kitsch. «Ferragni è un prodotto scadente e inutile, non è un’imprenditrice. Non ha creato ricchezza. Non ha creato un’industria, non ha creato posti di lavoro». De Mari spiega perché si abbassi a occuparsi dei due: «Sono i bambolotti del presidente della Repubblica Mattarella, che si fa fotografare insieme a loro benché il rapper abbia insultato pesantemente le forze dell’ordine». Mattarella si abbasserà a replicare a De Mari? Ne dubitiamo. De Mari ogni tanto deraglia ed è un peccato, perché il passaggio sul ruolo della dopamina nel «marketing» è illuminante, anche se ben noto da decenni.
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