La ricerca raccontata “MeravigliosaMente”
martedì 17 ottobre 2017
La notizia è di venerdì scorso: il primo ingegnere bionico al mondo è italiano, si è laureato a Pisa grazie a un corso unico nel suo genere. Il caso vuole che proprio il giorno dopo, sabato 14 ottobre, sia partito a mezzogiorno su La 7 il programma realizzato dalla Fondazione Tim, MeravigliosaMente, che propone un viaggio al seguito di quindici giovani impegnati in progetti fortemente innovativi, sviluppati in cinque città (una per ogni puntata) che ospitano alcuni dei migliori centri di ricerca. Prima tappa in quel di Pisa, appunto, presso la Scuola superiore Sant'Anna. Seguiranno l'Istituto italiano di tecnologia di Genova, l'Università di Padova, l'Università di Milano Bicocca e il Politecnico di Torino. Al Sant'Anna abbiamo conosciuto ricercatori di biorobotica, ingegneri meccanici e biomedici: Leonardo, 34 anni, sta lavorando a un pancreas artificiale per combattere il diabete di tipo 1 che si manifesta prevalentemente nel periodo dell'infanzia e nell'adolescenza; Marco, 35 anni, è invece impegnato nel mettere a punto una mano robotica capace di replicare la quasi totalità delle prese utilizzate ogni giorno con una mano umana; il team di Luca, età media 27 anni, ha progettato e brevettato un prototipo di sospensione magnetica per treni senza ruote che potranno viaggiare a mille chilometri orari. A fare da filo conduttore è il comico milanese Enrico Bertolino, che parte dal concetto di limite per raccontare ragazzi che non si sono mai fatti fermare dai limiti, anzi: cercano quotidianamente di superarli. MeravigliosaMente unisce, infatti, l'intrattenimento all'approfondimento per avvicinare il grande pubblico alla vita, alle storie e al lavoro di ricercatori italiani under 40 in prima linea nell'innovazione scientifica e tecnologica in poli di eccellenza. La ricerca è ostica, pur avendo il suo fascino. L'ironia la rende digeribile. Bertolino in questo è molto bravo, alterna con sapienza l'aria svagata all'interesse vero, la battuta al rispetto e al reale apprezzamento per la genialità dei ragazzi che si trova di fronte, che non se la cavano male nemmeno di fronte alle telecamere. Il montaggio fa il resto. Una sola notazione: nelle prima puntata le eccellenze erano tutte al maschile. Nelle prossime ci auguriamo ce ne siano anche con la declinazione giusta secondo il genere.
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