Una ricerca statunitense " riferisce La Repubblica (giovedì 9) " ha stabilito che l'evoluzione dell'uomo ha fatto almeno «dieci errori», vale a dire che è rimasta ferma ai «cacciatori della savana», anzi «a quell'era in cui gli esseri viventi, uscendo dagli oceani, muovevano i primi passi sulla terra ferma». Infatti, quando nuovamente si tuffavano nell'acqua, «un meccanismo automatico bloccava l'ingresso dei polmoni abbassando con forza la glottide». Quel movimento era «talmente automatico ed efficiente che oggi bloccare il singhiozzo è quasi impossibile». Anche «i muscoli che in alcuni individui fanno muovere le orecchie sono resti delle nostre doti di cacciatori, quando modellavamo la posizione dei padiglioni auricolari per ascoltare suoni lontani». Così la pelle d'oca, segno che, se sono caduti gli antichi peli, sono rimasti i muscoli che li rizzavano. Il fatto è "scrive Repubblica " che «la natura non poteva prevedere» che quel cacciatore «sarebbe finito davanti a un computer» né che si sarebbe dovuta «adattare alla modernità». Povera natura o povera evoluzione? Non sarà che, avendo la natura raggiunto la maturità e la perfezione, l'evoluzione ha deciso di fermarsi già qualche milione di anni fa mentre gli evoluzionisti, poverini, corrono ancora dietro i fantasmi del caso?
SILENZIO DI TOMBA
Sull'Unità (venerdì 10), il prof. Maurizio Mori, esponente della "Consulta di bioetica" (un ente "laico"), si produce in un panegirico della fecondazione artificiale e del suo vate, Robert Edwards, «Bob» per Maurizio: la Pma, scrive, «non è tanto o solo una terapia della sterilità, ma è piuttosto una tecnica che apre nuovi orizzonti sulla riproduzione umana». Quel «ma piuttosto» è prezioso, perché ammette che la fecondazione artificiale non cura né guarisce, «ma piuttosto» appartiene al genere delle protesi. Sennonché, scrive Mori, la fecondazione artificiale «ha proseguito l'opera di secolarizzazio-
ne come disincanto della generazio-
ne umana e spogliato l'inizio della vita umana della sacralità in cui era avvolta». Su tale spoliazione non esiste dubbio. Non ci può essere sacralità là dove si sacrifica un numero altissimo di embrioni "soprannumerari" o di scarto: coloro che la stessa legge che li consente chiama "soggetti", dunque persone, uomini in miniatura. Per costoro da Mori neanche un cenno. Silenzio di tomba: anche pietà l'è morta.
FEDE E RAGIONE? OK
A 90 anni compiuti e anche se non sembra aver mai dato un'occhiata alla Bibbia, il laicissimo Giorgio Bocca ha raggiunto la saggezza. Sul Venerdì di Repubblica (10 dicembre) definisce «evangelico» il comando veterotestamentario "Crescete e moltiplicatevi", ma mette d'accordo ragione e fede. A proposito del «modello di sviluppo proposto dai liberisti come dai comunisti, cioè dalla cultura contemporanea», Bocca scrive: «C'è voluto un Papa di Santa Romana Chiesa per fare un discorso di ragione pratica, di comune buon senso, di necessaria umiltà. La scienza laica non ne è stata capace nella sua superbia», che «fantastica su emigrazioni planetarie della durata di decenni e di secoli, di uomini ibernati che si sarebbero svegliati in nuovi mondi lontani anni luce. Per farci che?». Invece «sarebbe normale, come ha fatto il Papa filosofo, pensare alla moltiplicazione possibile di cibi e di merci terre-
stri...». Questi sì sono echi di Vangelo.
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