Le edizioni dell'Asino ripubblicano ora a cura di Giancarlo Gaeta due testi di Simone Weil tanto brevi quanto degni di memoria: Sulla soppressione dei partiti politici e Studio per una dichiarazione degli obblighi verso l'essere umano, scritti entrambi all'inizio del 1943. Nel pieno della seconda guerra mondiale, dopo l'occupazione nazista di Parigi avvenuta tre anni prima, la Weil si era trasferita a Londra. La “guerra lampo” tedesca subiva comunque gravi sconfitte in Russia e in Africa e si poteva cominciare a guardare ai fondamenti di una nuova Europa da ricostruire sulle rovine. Senza eventi come la crisi economica degli anni Trenta, la disoccupazione di massa, l'ascesa di Mussolini, Stalin e Hitler, la guerra civile spagnola e due guerre mondiali, gran parte del pensiero morale e politico di Simone Weil non sarebbe comprensibile. L'autodistruzione dell'Europa e della sua tradizione culturale costringeva a riconsiderare più i danni che i vantaggi portati nella vita pubblica dall'esistenza e dall'azione dei partiti politici: come dice Gaeta nella sua introduzione, «ciò che occorreva era niente meno che una concezione politica costruita su fondamenta del tutto rinnovate». Per la loro stessa natura di organizzazioni che hanno anzitutto se stesse come fine, perpetuandosi e accrescendo il proprio potere, i partiti sono un ostacolo grave al riconoscimento del bene pubblico da parte degli individui. Invece che concentrarsi sulle identità di partiti in lotta fra loro, il centro dell'attenzione e della partecipazione politica dovrebbe orientarsi sui problemi concreti di volta in volta emergenti e sulla loro più efficace soluzione. Spesso l'adesione a questo o quel partito perpetua invece conflitti competitivi di gruppo che precludono ai singoli la possibilità di pensare, vedere e affrontare la realtà. La lotta tra “forze” contrapposte, secondo la Weil, impedisce la conoscenza perché la concepisce anzitutto come strumento di lotta e di potere. Quanto all'ideologia politica dei diritti, riconoscibili solo in quanto rivendicati con l'acquisizione di una forza contrattuale, la Weil propone di sostituirla con la nozione di «obbligo verso ogni essere umano in quanto tale», capace o incapace di difendersi e imporsi. Il bene dell'altro non è un diritto che l'altro possiede, è piuttosto un dovere al quale gli altri devono sentirsi obbligati.
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