In Olanda una coppia di uomini ha dovuto restituire una bimba di due settimane alla donna che l'aveva partorita, in questo caso anche madre genetica, cioè titolare dell'ovocita.
Il test del Dna ha rivelato infatti che il padre della piccola non era uno dei due committenti, ma il marito della donna.
Padre e madre sorpresi hanno chiesto di riavere la loro bambina. Il Tribunale ha dato loro ragione (e come avrebbe potuto dargli torto?).
Per «garantire» il seme dei committenti la donna si era impegnata all'uso di profilattici nei rapporti sessuali con il marito.
Ma qualcosa è andato storto, anzi si è raddrizzato con un inaspettato happy end: la bambina resterà accanto alla mamma, come nel suo pieno diritto. L'unico diritto che conta.
La coppia di uomini avrebbe voluto adottare la piccola: «Ci sembra che mesi delle nostre vite siano stati rubati, i soldi che abbiamo perso, i nomi che volevamo dare alla bimba» E lamenta il fatto che «come genitori gay oggi non si hanno diritti. Tutto dipende dalla volontà della madre e dalla sua buona fede. Non avevamo niente nero su bianco». Insomma: il problema è che le regole non sono abbastanza chiare.
Un giorno a quella bambina qualcuno potrà raccontare una favola dal mondo alla rovescia: che una lupa cattiva - sua madre - l'ha strappata a due uomini che erano i suoi veri genitori. Anzi, sui social network si racconta già.
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