C’è un’intuizione profonda nel cuore di ognuno di noi, una corrispondenza d’amore che riconosce il soffio della vita divina e ci spinge a seguirla. Testimone di questa “luce gentile” che guida i credenti è san John Henry Newman, che visse il passaggio dalla Chiesa anglicana a quella cattolica come un momento felice di approdo al porto ricercato da sempre. Era nato a Londra il 21 febbraio 1801, figlio di un banchiere anglicano e di madre discendente dagli ugonotti francesi. Fin da giovane si sentì chiamato a servire Dio. Intellettuale e filosofo brillante, divenne un punto di riferimento per tanti suoi contemporanei. Entrò all’«Oriel College» e nel 1822, a 21 anni di età, fu promosso “fellow”. Due anni dopo fu ordinato prete anglicano e nominato “tutor”, cioè professore assistente. A 27 anni divenne “vicar”, cioè parroco, di Santa Maria di Oxford. Il suo pensiero, però, cominciò a rivolgersi alle radici della Chiesa, sentendosi in qualche modo sempre più vicino a quella cattolica. Dopo un periodo travagliato nel 1845 divenne cattolico; completati gli studi a Roma nel 1847 fu ordinato prete. Entrato tra gli Oratoriani, dopo il ritorno in patria non ebbe vita facile, ma riuscì a far prevalere la luce della verità. Creato cardinale nel 1879 da papa Leone XIII, morì nel 1890 a Birmingham. Beato dal 2010, è stato canonizzato il 13 ottobre 2019 da papa Francesco.
Altri santi. San Dionigi e compagni, vescovo e martiri (III sec.); san Giovanni Leonardi, sacerdote (1541-1609).
Letture. Romano. Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4.
Ambrosiano. 2Tm 3,10-17; Sal 18 (19); Lc 21,20-24.
Bizantino. 1Cor 4,9-16; Mt 9,36-10,8.
t.me/santoavvenire
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