È il cuore il centro della nostra identità: è lì che troviamo la verità di noi stessi perché la nostra capacità di amare dice chi siamo veramente. Allo stesso modo è il cuore di Cristo il luogo dove possiamo toccare con mano il volto autentico di Dio. Di un Dio che si fa compagno di strada soprattutto quando si tratta di affrontare sofferenze, ferite, limiti della vita. Ecco perché quella al Sacro Cuore è una delle devozioni più sentite ancora oggi: ci parla di un’umanità consolata, amata, salvata. E la salvezza non passa dalle nostre capacità intellettuali – sebbene esse siano fondamentali –, ma dal centro del nostro mondo, dal cuore, appunto. Di questo messaggio profetico fu portatrice santa Margherita Maria Alacoque, religiosa e mistica del XVII secolo. Nel momento in cui il mondo sembrava aver trovato la “luce della ragione” questa testimone del Vangelo indicò proprio la via del cuore. Nata nel 1647 in Francia, entrò a 24 anni tra le Visitandine e da religiosa visse numerose esperienze ascetiche e mistiche legate al Sacro Cuore di Gesù, la cui festa si diffuse proprio grazie a lei (oltre che a san Giovanni Eudes). Fu però incompresa da superiori e compagne, fino a quando trovò una guida illuminata nel beato Claudio La Colombière, il quale la spinse a descrivere le proprie esperienze nell’autobiografia. Morì nel 1690 e fu canonizzata nel 1920.
Altri santi. Sant’Edvige, religiosa (1174-1243); san Gerardo Maiella, religioso (1726-1755). Letture. Romano. Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46.
Ambrosiano. Tt 2,2-10; Sal 36 (37); Lc 23,28-31.
Bizantino. Col 3,17-4,1; Lc 9,44b-50.
t.me/santoavvenire
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