La settimana scorsa per motivi accademici ho viaggiato. Per concludere la procedura di pre check-in online con Lufthansa ho sperimentato quello Shoshana Zuboff chiama il capitalismo della sorveglianza. Per poter ottenere, dopo apposito controllo algoritmico, la mia carta di imbarco ho dovuto prestare esplicito consenso al fatto che i miei documenti vaccinali fossero utilizzati per addestrare un algoritmo automatico di controllo documentale senza ulteriori spiegazioni di come e quanto questa abilità cognitiva dei sistemi informatici della compagnia aerea andrà ad automatizzare ulteriori processi.
Nel suo saggio, edito da Luiss Press in italiano, Zuboff nota come l'era che stiamo vivendo è caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti della tecnologia. Nell'analisi dell'autrice statunitense questo porta con sé una grave minaccia per la dignità della vita umana. Infatti ognuno di noi si trova davanti a un'architettura globale di sorveglianza, ubiqua e sempre all'erta, che osserva e indirizza il nostro stesso comportamento per fare gli interessi di pochissimi – coloro i quali dalla compravendita dei nostri dati personali e delle predizioni sui comportamenti futuri traggono enormi ricchezze e un potere sconfinato.
Questo è il "capitalismo della sorveglianza", lo scenario alla base del nuovo ordine economico che sfrutta l'esperienza umana sotto forma di dati come materia prima per pratiche commerciali segrete e il movimento di potere che impone il proprio dominio sulla società sfidando la democrazia e mettendo a rischio la nostra stessa libertà.
Ci sembra interessante richiamare a questo testo di Shoshana Zuboff, frutto di anni di ricerca, perché di fatto la dignità della vita non è più affidata alla tutela di codici giuridici ma elaborata da codici informatici spesse volte oscuri, perché protetti da copyright, e appannaggio di pochi soggetti globali. La tutela della vita sarà tale, nell'epoca del digitale, se iniziamo a prendere coscienza della pervasività e pericolosità di questo sistema, rendendo consapevoli i nostri contemporanei di come – spesso senza rendercene conto – stiamo di fatto pagando per farci dominare. Il capitalismo della sorveglianza ovviamente non è un destino ma uno scenario probabile se non reagiamo a questi sistemi di controllo di massa. Potrebbe essere un incubo in cui è necessario immergersi per poter trovare la strada che ci conduca a un futuro più giusto – una strada difficile, complessa, in parte ancora sconosciuta.
Tutto questo sembra oggi ancora più esacerbato per il singolo utente perché alcune aziende sfruttano una condizione di necessità (il viaggio e la pandemia) per obbligare l'utente ad addestrare algoritmi.
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