Poetessa, traduttrice di poeti (Bernard Noel, Edmond Jabès), autrice dell'incantevole romanzo Volevo avere gli occhi azzurri (Bompiani, 1997), Donatella Bisutti è in inestinguibile credito di gratitudine per La poesia salva la vita (Mondadori 1992, Oscar 1996) manuale antologico di iniziazione che andrebbe ristampato e diffuso soprattutto fra chi sostiene di non "capire" la poesia.
Ma Donatella Bisutti ha anche il grande talento di scrivere e di farsi leggere dai bambini, ai quali ha dedicato L'albero delle parole, amorevole antologia di poesia internazionale che Feltrinelli ristampa dal 1979, con continui aggiornamenti (è in commercio la quinta edizione: 138 poesie di 73 poeti teneramente raccontati).
Dice la leggenda che Donatella Bisutti, quando studiava dalle suore, avrebbe fatto voto di scrivere tre libri per bambini se il Signore l'avesse aiutata a diventare poetessa. Voto o non voto, ecco un secondo, coloratissimo libro per bambini, splendidamente illustrato da Allegra Agliardi, Le parole magiche (Feltrinelli, Milano 2008, pagine 144, euro 13). Quanto agli insegnamenti delle suore, col tempo si sono mescolati all'esperienza yoga e alla filosofia zen in un amalgama sul quale è meglio sorvolare.
Se L'albero delle parole intendeva insegnare a leggere la poesia, il nuovo libro insegna a scriverla. E felici i bambini che seguiranno i consigli di Donatella, come pure i genitori, i nonni e gli zii che, leggendo il libro ai figli e ai nipoti, scopriranno orizzonti.
Si comincia con le vocali. Rimbaud, nel celeberrimo sonetto, ha assegnato il nero alla A, il bianco alla E, il rosso alla I, il verde alla U e il blu alla O. Per Donatella Bisutti la O è rossa, azzurra la A, gialla la I, violetta la E, verde la U. Le due attribuzioni coincidono solo nel verde della U, ma c'è una somiglianza di metodo: infatti, fra gli innumerevoli interpreti di Voyelles c'è chi ha rintracciato un abbecedario colorato da cui Rimbaud avrebbe tratto ispirazione. Va detto che le associazioni di suoni e colori suggerite da Bisutti sono più che mai convincenti, oltre che suggestive. Perché, per la poetessa, vocali e consonanti, combinandosi in parole, diventano parole-suono e parole-disegno, come si vede dalla parola "tuffo", due volte magica: «La prima perché è appunto una Parola-Suono. Infatti, se la pronunciamo ad alta voce, è come quando qualcuno si butta dall'alto di un trampolino: TU è il rumore del colpo del corpo del nuotatore quando piomba nell'acqua; FF è il rumore dello spruzzo d'acqua che si solleva: TUFF, un rumore composto, elegante, di un corpo che si infila nell'acqua diritto dritto... non è splash come quando uno fa una spanciata... Ma, se adesso scriviamo la parola TUFFO, vediamo che U ha la forma del buco, o del tunnel, che il tuffatore apre nell'acqua con il suo corpo e quelle due F-F non sono forse gli spruzzi d'acqua che si sollevano ai lati? Tuffo è doppiamente magica perché è anche una Parola-Disegno».
Il segreto della poesia ha un nome difficile che Donatella Bisutti non esita a esporre ai bambini: sinestesia, cioè la simultanea esperienza di sensazioni provenienti da sensi diversi (induce sinestesia il carducciano «silenzio verde», che grammaticalmente è un'ipallage). Perché in poesia le parole si ascoltano, si assaporano, si toccano, si vedono, si annusano, ed è da questa sintesi che scatta la fruizione artistica. Del resto (ma questo Bisutti non dice ai bambini), Baumgarten già prima del 1750 aveva definito l'estetica (disciplina che proprio a Baumgarten deve il nome), come «scienza della conoscenza sensibile».
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