Essere «capaci di vincere l'ignoranza in cui vivono milioni di persone per essere riscattati dalla povertà»: è l'appello di papa Francesco per la riscoperta delle opere di misericordia spirituale. La Caritas diocesana di Oppido Mamertina-Palmi ha voluto far vivere questo invito avviando nella Piana di Gioia Tauro una scuola di alfabetizzazione per stranieri richiedenti asilo, che mira ad aiutare un primo gruppo di 25 immigrati a dotarsi degli strumenti basilari della lingua italiana parlata e scritta, dell'informatica, del sistema economico-sociale del nostro Paese, in modo da sapersi muovere nel mercato del lavoro da lavoratori e non da "schiavi". «Il riscatto sociale e l'integrazione passano dalla comprensione della lingua – spiega il direttore della Caritas, il diacono Cecè Alampi –. Nessuno deve sottostare al ricatto e alla pratica, diffusa tra gli stessi immigrati, del caporalato come mezzo di controllo e di sottomissione». Già l'anno scorso con un gruppo di volontari francescani si erano gettato le basi per l'insegnamento della lingua nelle campagne che ospitano immigrati. Ora la Caritas è affiancata all'Associazione Focs, con esperienze di integrazione a Riace. Il corso si tiene nei locali della Caritas parrocchiale di San Martino di Drosi, che assiste 800 immigrati, e sarà replicato presso la tendopoli di Rosarno. Il percorso di apprendimento si sviluppa nell'arco di 80 ore sui temi della sicurezza sul posto di lavoro, del diritto alla salute e all'istruzione gratuita e obbligatoria. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato valido per l'esame di ottenimento del permesso di soggiorno presso la Questura di Reggio Calabria.
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