Capita spesso che chi s'impegna e porta frutto nel proprio lavoro suscita l'invidia e l'ostilità dei colleghi. Soprattutto quando il successo viene vissuto come un dono e non come una conquista personale. Da sant'Isidoro l'agricoltore oggi ci arriva l'invito a proseguire nella strada dell'impegno e della fiducia, affidando la propria opera nelle mani di Dio. Santo spagnolo laico, Isidoro era nato tra il 1070 e il 1080 a Madrid e fin da ragazzo aveva lavorato nei campi, dove il suo impegno, tutto intessuto di preghiera e devozione, compiva meraviglie, anche nei terreni più difficili. Tutto questo gli provocò non poche invidie e false accuse, ma lui coltivava la propria vita interiore nell'umiltà, con la preghiera e l'Eucaristia quotidiana. All'arrivo dai berberi Almoravidi Isidoro si rifugiò a Torrelaguna, a nord di Madrid, dove sposò una giovane di nome Maria. La loro vita era dedicata ai poveri, con i quali condividevano tutto ciò che avevano. Isidoro morì nel 1130, fu canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV e le sue spoglie si trovano a Madrid nella chiesa di Sant'Andrea. Quest'anno papa Francesco ne ha ricordato i 400 anni dalla canonizzazione.
Altri santi. San Reticio, vescovo (IV sec.); san Witesindo di Cordova, martire (IX sec.).
Letture. Romano. At 14,21-27; Sal 144; Ap 21,1-5; Gv 13,31-35.
Ambrosiano. At 4,32-37; Sal 132 (133); 1Cor 12,31-13,8a; Gv 13,31b-35.
Bizantino. At 11,19-30; Gv 4,5-42.
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