Imparare da chi è migliore di noi, cura per l’invidia
giovedì 14 marzo 2024
Sono immune dall'invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice. Jorge Amado V e lo confesso, ho molti difetti. Ho provato a scriverli a penna su un foglio e, in effetti, ci sono cose che non posso cambiare, altre che potrei migliorare, altre ancora che sono vizi più che difetti. Ci sono anche cose che so fare bene, che faccio con passione, piacere e costanza, anche se si tratta spesso di lavoro. Nella mia vita ho incontrato tante persone più brave di me e, se mi devo riconoscere un pregio, devo tornare a uno spunto che mi diede mia mamma in adolescenza: “quando c’è qualcuno che lavora bene osservalo e prendi tutto quello che fa, facendolo diventare tuo”. Così ho sempre fatto, in effetti. Chi è più bravo di te – e capita a tutti noi di trovarcene uno di fronte – è spesso fonte di ispirazione. In qualche caso anche di invidia. Qui mi faccio una domanda semplice: se sai fare bene le tue cose, perché devi invidiare? E, ancora: invidiare chi? Uno che è più bravo di te? Devo dire che raramente ho invidiato uno più bravo di me, e ne ho conosciuti tanti. Ho avuto la fortuna di incontrare molte persone nella mia vita, ho conosciuto gente più colta di me, che ha fatto cose belle e importanti. E sapete cosa? Mi è spesso sembrato un bel regalo poterci stare insieme a parlare. Mezz’ora, magari, con uno più bravo di me. Penso che una chiave di lettura interessante, rispetto a questo, sia porsi nella condizione mentale di sentirsi un eterno apprendista. Essere disposti a migliorare, imparare, cogliere ispirazione da chi è più bravo di noi è una delle chiavi per poter crescere a livello personale. Di converso, l’invidia riesce in un attimo a oscurare – come un vetro appannato – la nostra visione. Pensate allo sport: a me, ad esempio, piace molto il gioco del biliardo all’italiana, quello con quattro birilli bianchi e uno rosso, tre palle di colori diversi, senza buche. È una pratica che mi appassiona, ho preso anche qualche lezione in passato, ma sono abbastanza negato. Se vuoi imparare a giocare a biliardo non devi giocare col segnapunti ma con uno bravo. E cosa succede quando giochi con quello bravo? Perdi, magari ti lascia a zero. Ma impari. Con il giocatore mediocre forse vinci, ma non impari niente. Nel mondo artistico ho avuto la fortuna di incontrare artisti con talento puro, dai quali ho imparato molto. La cosa che ho assimilato di più, al netto delle prestazioni artistiche, è il comportamento dei grandi artisti, quelli che portano cognomi importanti e si comportano con umiltà ed eleganza. Ecco cosa: nella mia piccola esperienza, i grandi artisti che ho conosciuto hanno sempre avuto questa caratteristica. Altri, molto meno grandi, hanno spesso mostrato invidia, arroganza e prepotenza, generando un clima violento. La violenza non è forza ma debolezza, è qualcosa che non crea ma distrugge. Esattamente come l’invidia che, come diceva Isaac Asimov, è l’ultimo rifugio degli incapaci. Imparare da chi è più abile di noi credo possa essere la chiave per superare i nostri limiti, scoprirne di nuovi e raggiungere nuove vette di realizzazione personale neanche immaginate. © riproduzione riservata
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