Due giorni fa accennavo qui al bene che mi aveva fatto leggere, in tema di terremoto, le parole di chi assommava in sé la condizione di credente, la capacità nel comunicare e la circostanza di avere un legame diretto con i luoghi colpiti. Tra questi c'erano anche le parole di Costanza Miriano, con l'accorata proposta ( tinyurl.com/zn8s2vt ) di adottare, nella preghiera, una vittima, lucrando in suo favore l'indulgenza plenaria giubilare. I termometri digitali dicono che questa proposta, e in genere quel post, sono risultati pesantemente divisivi, e me ne rammarico molto: il segno di misericordia di cui essa è portatrice mi pare forte e bello, e non dovrebbe essere oscurato dalle riserve che altri nutrono sulla dottrina delle indulgenze, sulla preghiera in genere e/o su altre, più comprensibilmente divisive, posizioni pubbliche dell'autrice.Tra i piccoli blog che il suo blog rilancia c'è "Piovono miracoli", che, nel suo ultimo post ( tinyurl.com/za6qo3k ), ancora a partire dal terremoto porta una testimonianza molto intensa. Devo prima ricordare che "Piovono miracoli" è nato dal desiderio di due genitori di condividere, nel lutto per la "salita al Cielo" del loro bambino Filippo, l'impegno «a trasformare il male in bene», e le «cose belle» che hanno ricevuto «attraverso l'esperienza di accompagnare un figlio verso la vita eterna». Ora il papà, Stefano Bataloni, ci racconta di una famiglia simile alla loro e a tante delle nostre, divenuta amica abbastanza da scegliere a suo tempo la mamma di Filippo come madrina per il battesimo del proprio secondogenito, "Michele" (nome di fantasia). Questa famiglia è tra le vittime del terremoto; solo Michele è sopravvissuto. Ha nove anni. Papà Stefano non ci racconta altro che il tumulto del proprio cuore: ma si capisce che, con lo sguardo della fede e il conforto della preghiera, intravede nell'incrocio tra le storie delle due famiglie una nuova opportunità di trasformare il male in bene.
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