Quello di Dio è un volto di misericordia, cioè di quel sentimento di amore e condivisione la cui massima icona è Cristo crocifisso e risorto. È quando ci troviamo sulle nostre croci, infatti, che abbiamo bisogno di sentirci accolti e amati per quello che siamo, con tutte le nostre sofferenze. Questa è la radice della devozione alla Divina Misericordia, di cui fu apostola santa Maria Faustina Kowalska. È proprio grazie alla testimonianza di questa mistica e religiosa polacca che san Giovanni Paolo II volle istituire la Domenica della Divina Misericordia. D’altra parte Wojtyla aveva conosciuto l’eredità della Kowalska in gioventù, fermandosi a pregare nel santuario dove la santa aveva vissuto, appena fuori Cracovia. Helena Kowalska era nata a Glogowiec nel 1905, terza di dieci figli in una famiglia contadina. A 16 anni lasciò la casa paterna e lavorò come donna di servizio, coltivando però anche il desiderio di consacrarsi a Dio. All’inizio i genitori non le permisero di entrare in convento, finché nel 1925, dopo un percorso spirituale travagliato, a Varsavia riuscì a farsi accogliere nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo il nome di Maria Faustina. Morì nel 1938. Proclamata beata da san Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993, è stata canonizzata dallo stesso Pontefice il 30 aprile 2000.
Altri santi. Beato Bartolo Longo, Laico (1841-1926); beato Alberto Marvelli, laico (1918-1946).
Letture. Romano. Gb 42,1-3.5-6.12-16; Sal 118; Lc 10,17-24.
Ambrosiano. Dt 16,13-17; Sal 98 (99); Rm 12,3-8; Gv 15, 12-17.
Bizantino. 2Cor 1,8-11; Lc 5,27-32.
t.me/santoavvenire
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: