Per uno di quei curiosi paradossi ricorrenti nella storia della musica, fino alla metà del secolo scorso l'opera di Antonio Vivaldi è rimasta perlopiù sconosciuta, al di fuori di una manciata di frequentatissimi lavori; negli ultimi sessant'anni la situazione è radicalmente cambiata, soprattutto nei tempi più recenti, quando dagli archivi di ogni parte d'Europa sono tornate alla luce partiture che hanno ridisegnato l'intera traiettoria creativa del prolifico musicista veneziano, aprendo orizzonti compositivi che si spingono ben al di là delle peraltro inossidabili Quattro stagioni.
La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino ospita per esempio oltre 450 manoscritti di Vivaldi (in gran parte autografi), ma ci è voluta un'etichetta discografica francese (Opus 111, distribuita in Italia da Deltadischi) per decidere di resuscitare questo immenso patrimonio: dando vita a un progetto pluriennale che prevede l'edizione in cd di tutte le opere vivaldiane conservate nei fondi piemontesi.
Merito dunque della "Vivaldi Edition" se, a fianco dei tanto celebrati Concerti, siamo invitati a scoprire il genio poliedrico di un artista che ha toccato tutti i generi compositivi della sua epoca, e che proprio nel repertorio di carattere religioso ha dato vita ad alcuni gioielli di inestimabile valore.
Non rappresenta di certo una sorpresa il superbo Stabat Mater RV 621, che torna qui a risplendere nell'affascinante lettura offerta dal contralto Sara Mingardo e dall'orchestra del Concerto Italiano diretta da Rinaldo Alessandrini; di rara esecuzione risulta invece l'"oratorio militare" Juditha Triumphans, proposto dall'Academia Montis Regalis e dal Coro da Camera dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Alessandro De Marchi, insieme con un'interessante compagnia di voci femminili sulle quali svetta quella dell'avvenente mezzosoprano ceco Magdalena Kozena. Il ventaglio di proposte sacre della collana si esaurisce per ora con il recente volume dedicato a un'ampia e significativa selezione di Mottetti per voce sola, interpretati con assoluta convinzione dal soprano Anke Herrmann e dal mezzosoprano Laura Polverelli, accompagnate ancora da Alessandro De Marchi e dal suo ensemble orchestrale.
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