Due anni prima. Sei mesi dopo. Anche Gli orologi del diavolo non rinuncia a partire con un presente narrativo fissato alla primavera 2009, in Spagna, per poi saltare all'indietro a suon di flashback al settembre 2006 a Bocca di Magra, in Italia, e poi andare avanti all'aprile, tra Spagna e Italia, e quindi all'autunno-inverno 2007 a Marsiglia, in Francia. Succede in quasi tutte le serie televisive. Si dice sia un sistema per catturare il telespettatore: partire con una sequenza forte, soprattutto in termini d'azione, e accendere così la curiosità per sapere come si è arrivati a quel punto. A dire il vero, dopo le prime due delle quattro puntate della nuova fiction di Rai 1 con Beppe Fiorello (lunedì e martedì in prima serata) restiamo del parere che certe storie si possano raccontare anche in modo lineare senza troppi salti temporali. Ma questo, come detto, è un parere. Veniamo invece alla vicenda per dire che Gli orologi del diavolo racconta la storia, ispirata a fatti reali, di Marco Merani (nella realtà Gianfranco Franciosi), un motorista nautico che si ritrova a essere il primo infiltrato civile tra i narcotrafficanti il cui boss per ogni missione andata a buon fine regala Rolex agli affiliati. La didascalia iniziale avverte che «anche se basati su una storia vera, scene, personaggi, nomi, luoghi ed eventi della serie sono stati modificati a fini drammaturgici». L'impressione è che su questi «fini drammaturgici» si sia spinto troppo. Tutto è molto esasperato, poco plausibile. Non è il realismo che si chiede a un fiction, ma un minimo di credibilità sì. Fiorello è bravo, ma forse (al pari di altri) è un po' stereotipato in questo personaggio perennemente in bermuda, tormentato, incompreso, incapace al momento di fare una scelta con convinzione. Ricattato e messo in difficoltà più dalla polizia che lo dovrebbe proteggere che non dai delinquenti per i quali suo malgrado lavora. Francamente ci aspettavamo qualcosa di più da questa coproduzione internazionale per la quale era cresciuta l'attesa a causa del rinvio di una settimana per lasciare spazio al ricordo di Gigi Proietti. Confidiamo ora in un salto di qualità con le prossime due puntate in cui entreranno in gioco storie e personaggi nuovi.
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