Affidare al transfuga Massimo Giletti la serata, presunto evento, per i “70” anni della Rai non è stata una scelta da poco. Di per sé, almeno all’annuncio, può essere stata una notizia o più semplicemente la conferma del vento nuovo (che non significa buono) che circola nella tv di Stato. Lasciamo, come suol dirsi, ai posteri l’ardua sentenza e limitiamoci a qualche nota sul megashow, più per lunghezza (quattro ore abbondanti!) che per altro, che Rai 1 mercoledì sera, prodotto da Intrattenimento Prime Time con il titolo La tv fa 70 e la regia di Fabrizio Guttuso Alaimo, ha dedicato al compleanno della televisione, che in quell’ormai lontano 3 gennaio 1954 iniziava il «servizio televisivo regolare». E da cosa partire per essere originali? Manco a dirlo da Sanremo e da Amadeus, come se non bastassero i titoli che il Tg1 in qualche modo dedica ancora al Festival dopo venti giorni dalla conclusione. Se poi non bastasse ancora ecco i primi due collegamenti, con Pippo Baudo e Fiorello (in quest’ultimo caso una registrazione con la quale il conduttore ha finto di interloquire), e la prima ospite canora, Angelina Mango, che ha riproposto la canzone vincitrice dell’ultimo Sanremo dal titolo non troppo ben augurante per una serata del genere: La noia. Mentre alle spalle di Baudo appariva anche Giorgia, co-conduttrice del Festival. Più di un accenno a Sanremo anche con Antonella Clerici e Paolo Bonolis. Poi anche con Carlo Conti e con tanti altri (da Maria De Filippi a Piero Chiambretti). A un certo punto Giletti (che con altri ha firmato la serata anche come autore) ha evocato i programmi che andavano contro la «tv liturgica» senza accorgersi che lui stesso stava portando La tv fa 70 esattamente in quella direzione con un rito autocelebrativo, con non poca retorica, in cui ogni ospite ha finito per celebrare se stesso più che la televisione.
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