Regine, governanti o semplici “popolani”, tutti possiamo essere costruttori dell’unico regno che conta: quello di Dio. Così fu per santa Elisabetta di Ungheria, la sovrana di Turingia che fece della propria posizione un’occasione per prendersi cura dei bisognosi. Nata nel 1207 a Sárospatak, figlia del re Andrea II d’Ungheria e della regina Gertrude, fu data in sposa nel 1221, giovanissima, all’erede del trono di Turingia, Ludovico IV. Nel 1222 nacque il loro primo figlio, Ermanno, seguito da Sofia nel 1224 e, nel 1227, Gertrude, che però viene alla luce quando il padre era già morto a causa di una malattia a Otranto, sulla via verso la Terrasanta durante la sesta crociata. A quel punto Elisabetta, che avrebbe potuto risposarsi, decise di ritirarsi prima ad Eisenach e poi nel castello di Pottenstein. Seguendo lo spirito francescano donò le proprie ricchezze, con le quali si costruì un ospedale, e infine elesse a dimora una modesta casa di Marburgo, inimicandosi così i parenti che la privarono dei figli. In questo clima di ostilità Elisabetta portò avanti il progetto di una vita offerta a Dio e ai poveri: fece costruire un ospedale ed entrò nel Terz’ordine francescano. Visse da mendicante fino alla morte nel 1231: quattro anni dopo fu proclamata santa.
Altri santi. Santi Acisclo e Vittoria, martiri (304); sant’Ugo di Novara di Sicilia, abate (XII sec.).
Letture. Romano. Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32.
Ambrosiano. Is 13,4-11; Sal 67 (68); Ef 5,1-11a; Lc 21,5-28.
Bizantino. Ef 5,9-19; Lc 12,16-21.
t.me/santoavvenire
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