Èdavvero strana l'idea che i laicisti hanno della democrazia. A proposito di fecondazione artificiale, Michele Serra scrive sul Venerdì di Repubblica (25 aprile): «La Chiesa dispone delle coscienze di molti politici italiani ed è in grado di condizionare la vita pubblica e le leggi di questo Paese in misura del tutto sconosciuta in qualunque altra democrazia della Terra». Purtroppo Serra neppure si rende conto che in questo modo insulta il Parlamento, la democrazia e l'Italia, che hanno approvato la legge 40. Camera e Senato non sono due teatrini di marionette manovrate di volta in volta da qualche Grande Fratello. Questo è un personaggio di scenari che con la democrazia nulla hanno a che fare e Serra insulta gli Italiani, perché, sostiene, al referendum su quella legge «nemmeno un terzo degli aventi diritto è andato a votare per disinteresse per i temi etici». La verità è l'opposto di ciò che lui scrive. Il referendum chiedeva non «di difendere il Parlamento, che è di tutti, da un'etica di parte», ma di annullare una sua decisione e gli italiani si sono giustamente rifiutati di metterglisi contro, proprio perché sanno valutare i temi etici e quelli democratici. Dunque Serra, che vive in campagna, dovrebbe stare attento, quando vuole scrivere con la zappa, a non darsela sui piedi. Nemmeno di fronte alla ripetuta volontà popolare il fondamentalismo laicista capisce che cos'è la democrazia. Quanto alla Chiesa, essa non è "altra" rispetto a quei politici, ma è anche loro, come è di tutti coloro che in libera coscienza ne condividono l'idea di uomo: così alta (è immagine di Dio) che chi non crede non arriva a comprenderla e perciò si arrabbia. Come i bambini, ma con conseguenze più gravi.
I DOGMI LAICISTI
I sedicenti "laici" non sono nemmeno originali. Un paginone di Liberazione (martedì 4) si apriva con quest'affermazione: «La laicità è un bene non negoziabile. La libertà femminile ne è il presupposto. Vogliamo che nessuna e nessuno in questo Paese debba più soffrire a causa di costrizioni che discendono da dogmi e pregiudizi». Ricordate le accuse di dogmatismo lanciate dai "laici" quando il Papa e i Vescovi parlarono di «beni non negoziabili»? E non sono forse questi altrettanti dogmi laicisti?
LA GIOIA ABORTIVA
Anche quest'anno sui giornali (23 e 24 aprile), quando è stata pubblicata la relazione ministeriale sulla legge 194, i resoconti trasudavano una sorta di aria di festa per i 127.038 aborti del 2007 e, invece, di preoccupazione per tutto ciò che non li favorisce. La notizia, come è stata data, non era il leggero calo degli aborti (-3% di quelli ufficiali), ma l'allarme per la forte crescita degli obiettori sia medici che paramedici. Così i titoli sottolineavano questo dato e non le 127mila tragedie umane: «Il boom degli obiettori, 7 medici su 10 dicono no. Il record in Sicilia: sono l'84%» (Repubblica). «Aborto, valanga di obiettori» (Stampa), «Aborto, è boom di obiettori» (Messaggero). «Assumere più non-obiettori per rispettare la 194» (Unità). «194 ancora sotto scacco: diminuiscono gli aborti, ma è boom di obiezioni. Turco: servizi a rischio» (Liberazione). Il quotidiano del Prc ha anche un altro titolo: «Aborto: un diritto. Lo ha deciso il Consiglio d'Europa». Che, però, non ha alcun potere di decidere.
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