«Ecco l'Italia prossima e ventura: uno su tre sarà immigrato, è invasione: entro il 2065 venti milioni di stranieri stabili» (Il Giornale, giovedì 27). «Il Papa bacia i detenuti e non pensa alle vittime» (Corriere della Sera, sabato 22). «Lasciate che i migranti siano salvati dai ricchi» e «Contro i buonisti ho il diritto di odiare i terroristi islamici che ci vogliono morti». Infine: «Condanne esemplari: seppelliamoli con i maiali» (prima pagina di Libero, 27 e 22 scorsi). Giornali più o meno autorevoli ci mettono davanti a una crescente "civiltà della vendetta", del nemico da uccidere a freddo e di ucciderlo un'altra volta anche da morto. È la orrenda vendetta sul cadavere del nemico, che comprende una specie di inutile vendetta post mortem. Eppure chi la auspica dovrebbe sapere che, oltre ogni altra considerazione, una simile maledizione non avrà alcuna efficacia sul defunto e che invece si rivolgerà contro chi la progetta e la mette in opera. Questi mostra, infatti, di avere persino un po' di fiducia nel Corano e alimenta contro se stesso, motivandolo, l'odio dei fedeli islamici da lui offesi. Spiega infatti che seppellire la salma avvolgendola «in pelli di animali considerati impuri» è per i musulmani come "sterilizzarla" impedendo al defunto di salire al Paradiso islamico. Marie-Joseph Chénier uomo politico e drammaturgo e uno tra i protagonisti della Rivoluzione Francese – certamente ricca di odio – ha lasciato scritto: «Un cuore che sa odiare è sempre criminale». Rivoluzionario, ma saggio. Noi dobbiamo accontentarci di una legge in apparenza più mite ma dal contenuto autenticamente rivoluzionario: «Ama il prossimo tuo come te stesso», comandato da Dio agli uomini quattordici volte nel Nuovo Testamento e altre quattro con una precisazione: anche i nemici.
A PROPOSITO
A proposito dell'approvazione, alla Camera, delle legge sul "fine vita", raggiunta con difficoltà anche per l'opposizione dei cattolici, Vittorio Feltri, direttore di Libero, scrive che non si deve «tener conto» dell'opposizione dei cattolici contrari alla possibilità che «un individuo disponga liberamente di se stesso come gli garba: pretendono che tutti la pensino come loro» e tu, povero cretino, devi vivere la tua vita anche se ti procura indicibili sofferenze». A me sembra il contrario, cioè che siano i laicisti, superiori di numero in Parlamento, a pretendere di imporre il loro pensiero ai cattolici. A proposito: giovedì scorso Feltri ha riferito di aver vissuto «un giorno felice – e lo ha scritto per farlo sapere – avendo scoperto che i francesi sono più scemi di noi». Ci si può accontentare e mostrare soddisfazione come lui ha fatto. Ma in quella scoperta c'è un «più» che dovrebbe smorzare la gioia di Feltri.
NON C'ERA
Nel titolo del "Controstampa" di domenica scorsa i lettori si saranno accorti che un diavoletto ha fatto sparire un «non». Il titolo giusto era:«La vita è nostra, ma non va sfidato chi ce l'ha donata».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: