È la speranza il dono di cui tutti abbiamo bisogno: sentire nel cuore che c’è un futuro di luce, che sogni e desideri possono realizzarsi è ciò che ci spinge a costruire un mondo migliore. Ecco perché un santo come Nicola è così caro alla devozione popolare: con la sua testimonianza ci ricorda l’urgenza della carità e dell’amore autentico verso le sorelle e i fratelli che si trovano nel bisogno. Non solo: in questo archetipo di Babbo Natale i cristiani colgono il volto di un Dio che si fa vicino e ci permette di sperare ancora. San Nicola di Bari (o di Mira) era nato tra il 250 e il 260 a Patara, nella Licia, e si trovò a guidare la comunità locale di Mira mentre infuriava ancora la persecuzione anticristiana. Anche lui avrebbe vissuto la prigionia a causa della fede, ma non è chiaro se questo sia avvenuto prima dell’Editto di Costantino nel 313, oppure dopo, nel contesto di una persecuzione scatenata in Oriente da Licinio. Fu probabilmente tra i partecipanti al Concilio di Nicea nel 325 e il suo impegno a difesa della vera fede fu sempre affiancato a quello a favore dei poveri e degli ultimi. L’episodio più famoso narrato dalla tradizione è proprio il dono da parte di Nicola di una dote per due giovani donne, figlie di un benestante caduto in disgrazia, che poterono così sposarsi. Morì attorno all’anno 335 e nel 1087 le sue reliquie furono portate a Bari, città di cui oggi è patrono.
Altri santi. Santa Asella di Roma, vergine (IV sec.); san Pietro Pascasio, vescovo e martire (1227-1300).
Letture. Romano. Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31. Ambrosiano. Ger 7,1.21-28; Sal 84 (85); Zc 8,18-23; Mt 17,10-13. Bizantino. Gal 5,22-6,2; Mt 11,27-30.
t.me/santoavvenire
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