Dall’Ucraina all’Iran, alla Siria o allo Yemen fino a tutte le altre decine di conflitti in tutto il mondo: a fare le spese delle violenze alimentate dagli interessi di pochi “adulti” sono sempre i tantissimi piccoli. Le voci di queste giovani vittime oggi si levano in tutto il mondo per denunciare la nostra incapacità di aprirci al futuro per la paura di perdere quel poco che possediamo. Sono le stesse voci che il re Erode volle mettere a tacere, spaventato per la nascita di un bambino, il Figlio di Dio, che egli percepiva come una minaccia e non come una promessa. Celebrando i santi Innocenti martiri, la liturgia ci pone davanti agli occhi una scena che lacera il cuore: il re della Giudea, terrorizzato da ciò che Gesù avrebbe potuto diventare, ovvero un nuovo “sovrano” come annunciato dai Magi, decise di far uccidere tutti i bambini nati alla stessa epoca. La provocazione è ancora attuale: gli adulti oggi sono pronti a lasciare che le nuove generazioni diventino ciò a cui sono chiamate o preferiscono soffocare il loro destino per evitare ogni “rischio”? Siamo pronti a lasciare che le nuove generazioni prendano in mano il destino dell’umanità e a lasciarci sostituire da loro nei luoghi dove si prendono le decisioni? Credere significa anche dare credito al futuro, affidarsi a un neonato inerme, nato in una “periferia” e adagiato in una mangiatoia.
Altri santi. San Gaspare Del Bufalo, sacerdote (1786-1837); santa Caterina Volpicelli, religiosa (1839-1894).
Letture. Romano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18.
Ambrosiano. Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18.
Bizantino. Eb 10,1-18; Mc 11,22-26.
t.me/santoavvenire
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