L'altro volto della crisi economica che sta colpendo molte famiglie è quello dell'oscuramento della fraternità, che porta a escludere chi abbiamo accanto dai nostri sguardi e dai nostri affetti. E che spesso diventa sinonimo di “spreco”, quando dalla tavola o dalle cucine di mense e ristoranti al termine del pasto il di più di cibo inutilizzato finisce direttamente nella spazzatura. Ma se è vero che dietro la crisi si può nascondere un'opportunità, allora perché non provare a far fronte al disagio economico offrendo una risposta che parta dal rammendare legami di fraternità?Nasce così a Rapallo, nel Levante ligure, il progetto «Buon Samaritano», che consiste nel recuperare gli alimenti in eccesso nelle strutture ricettive della zona per donarli alle famiglie in difficoltà.L'idea è stata lanciata da Aldo Werdin, direttore di un hotel cittadino, e ora vede in prima linea la Consulta del Volontariato composta da 28 associazioni della città. «All'operazione hanno aderito per ora due alberghi, una panetteria e una pasticceria – spiega la presidente della Consulta, Leonilda Cussotto –. I volontari ritirano quotidianamente il cibo avanzato, portano il tutto in un punto di raccolta presso i Padri Somaschi, lo smistano e lo distribuiscono alle famiglie segnalate dal Comune». Nella fase sperimentale sono già stati donati oltre tremila vaschette di cibo e 182 chili di pane. Ora si punta a estendere il raggio di azione dell'iniziativa perché il «Buon Samaritano» possa abbracciare tutte le località del Tigullio.
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