Coltivare le radici per costruire il futuro
mercoledì 11 dicembre 2024
Per capire chi siamo è necessario guardare alle nostre radici e per guardare al futuro bisogna alimentare le relazioni che costruiscono la comunità: è questo il messaggio che oggi ci lascia papa Damaso I. Il suo pontificato si svolse in un tempo molto particolare per la Chiesa: dopo aver ottenuto la libertà di culto, nel IV secolo era necessario capire che posto poteva avere la comunità di credenti nella società. Insomma, bisognava definire i contorni del volto della Chiesa agli occhi del mondo e capire in che modo essa era chiamata a confrontarsi con un contesto che fino a pochi anni prima la osteggiava. Per questo Damaso contribuì a dare un’identità chiara alla Chiesa, chiamata a rimanere comunque portatrice di profezia, anche dopo la fine delle persecuzioni. Di origini spagnole ma nato a Roma forse nel 305, Damaso venne eletto dopo un aspro confronto tra fazioni diverse che si scontrarono alla morte del precedente Pontefice, Liberio. Durante il suo pontificato, dal 366 al 384, Damaso si preoccupò di difendere il primato petrino e curò in particolare la memoria dei martiri e le catacombe, segno di una Chiesa portatrice di un messaggio “alternativo” a quello del potere. Fu negli anni del suo pontificato, inoltre, che il latino assunse il ruolo di lingua ufficiale celle celebrazioni liturgiche. Altri santi. San Sabino di Piacenza, vescovo (V sec.); beato Girolamo Ranuzzi, religioso (1410-1468). Letture. Romano. Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30. Ambrosiano. Ger 11,1-8; Sal 77 (78); Zc 10,1-5; Mt 21,10-17. Bizantino. Eb.10,1-18; Mc. 8,30-34. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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