Hanno sempre strillato che l'aborto clandestino è una vergogna e che la strada per batterlo è la socializzazione (legalizzazione). Ed ecco che MicroMega (n. 2, Aprile) celebra proprio l'aborto clandestino, purché «disinfettato» come quello del medico che si è suicidato a Rapallo. Se, però, era questione di «studi medici asettici» e di ginecologi «disponibili» e non di liberazione della donna, potevano dirlo. Anche perché, come riconosce l'autrice di MicroMega, Maria Latella, anche oggi «molte delle donne che decidono di rinunciare a un bambino provano vergogna». Vuol dire che sono migliori di come le dipingono le varie Latella: buttano il bambino, ma sanno che non è un diritto, bensì cosa di cui si vergognano perfino le «compagne liberate e militanti, in tempi di coppie aperte e tollerante disponibilità ai liberi amori»: quelle che strillavano che "l'utero è mio". E se ora «dalla vergogna si è passati alla gogna» per chi abortisce e chi fa abortire, è perché molti sono ancora convinti che, se l'utero è proprietà privata, non lo è colui che vi si illude di essere accolto dalla proprietaria. Infine, se un medico che in ospedale non fa aborti, ma li pratica a pagamento nel suo studio disinfettato prova tanta vergogna da suicidarsi quando è scoperto, vuol dire che un po' di medicina ippocratica gli è rimasta e che, in fondo, si sente un po' «mammana», anche se tecnologica. Con tutte le riserve del caso, meglio chi si vergogna buttandolo di chi urla per strada il diritto di getto del figlio.
PILLOLOFILIA
Il rifiuto della pillola del giorno dopo va considerato «interruzione di pubblico servizio» (gli amori sabbatini delle ragazzotte?). Questo è il "pensiero" di Miriam Mafai (Repubblica, mercoledì 2), per la quale il medico è una sorta di armadietto del bagno, che tu apri e ti prendi quel che ti serve. Ma se il medico è obbligato a prescriverla, è come se la pillola fosse in libera vendita. Nonostante che sul "bugiardino" (che qui dice la verità) sia scritto chiaramente che, se il concepimento c'è stato, provoca l'espulsione dell'embrione, la Mafai sostiene anche che la pillola in parola è un anticoncezionale. E contrappone l'obiezione del medico a quella dei testimoni di Geova contro le trasfusioni di sangue. A volte troppa pillolofilia fa confondere il medico col paziente...
AMORE E SCENOGRAFIA
«Tutti sanno che esiste una chiesa del potere e una chiesa dell'amore. La chiesa del potere mi pare si concentri nello Stato del Vaticano, dove anche la liturgia diventa scenografia della potenza». È un saggio di un altro pensiero, questa volta di Umberto Galimberti su La Repubblica delle donne (sabato 29) ed è singolare come un filosofo scada così facilmente in uno dei più triti luoghi comuni dell'anticlericalismo. «L'amore " scrive poi " è un gesto noto solo a chi lo porge e a chi lo riceve». Forse è necessario che l'amore sia visibile: l'amore cristiano è cominciato con Gesù che, tanto per fare due esempi, sfamava folle di migliaia di persone con miracoli (cinque pani e due pesci) che Galimberti chiamerebbe scenografici; e morì per amore su una croce alzata sul mondo (altra scenografia) per essere vista da miliardi di persone. Scrivendo «scenografia della potenza» al filosofo è caduta la specificazione finale: "dell'amore".
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