Cerchiamo un porto sicuro che ci accolga con i nostri pesi
martedì 8 ottobre 2024
Nel nostro perenne navigare esistenziale alla fine ciò che cerchiamo è solo un porto sicuro dove trovare ristoro e riparo, mani tese che ci accolgano con le nostre fatiche e le nostre sofferenze. È questo il messaggio legato all’eredità spirituale di sant’Ugo Canefri da Genova, che nel capoluogo ligure fu padre e fratello per molti nel complesso di San Giovanni di Pré, conosciuto come la Commenda di San Giovanni di Pré. In quel luogo, di fronte ai moli con il loro andirivieni di persone e merci, egli si fece vicino ai malati e ai bisognosi e, secondo la tradizione, compì numerosi segni prodigiosi. Era nato attorno al 1168 in una famiglia di nobili di Alessandria che avevano sostenuto e partecipato alla terza Crociata (1189-1192): Ugo vide con i propri occhi il dolore causato dalla violenza delle armi e le conseguenze della violenza. Davanti alle miserie e alle sofferenze del conflitto e probabilmente anche a causa dei disordini morali dei suoi compagni soldati, Ugo decise di entrare a far parte dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, i cavalieri ospitalieri. Dopo il rientro dalla Terra Santa, fu inviato a combattere la propria battaglia accanto ai malati – fino alla morte nel 1233 – proprio lì, a San Giovanni di Pré, nei pressi del porto, ponte aperto sul mondo. Altri santi. Santa Pelagia, martire (II-III sec.); san Felice di Como, vescovo (IV sec.). Letture. Romano. Gal 1,13-24; Sal 138; Lc 10,38-42. Ambrosiano. 2Tm 3, 1-9; Sal 35 (36); Lc 21, 10-19. Bizantino. Col 1,1-3a.6b-11; Lc 8,1-3. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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