La drammatica storia di nonno Vito racconta una catena di solidarietà che affonda le radici nelle Misericordie medioevali, ma, con lo stesso spirito collaudato nei secoli, si è avverata durante il periodo natalizio. «Mio nonno 78enne, Vito, sta morendo abbandonato in un ospedale sperduto della Romania, dove è ricoverato da tre mesi per un grave incidente. Riportatelo in Italia». Il drammatico appello della nipote Margherita è raccolto dalla Misericordia di Rocca San Casciano, in provincia di Forlì, attraverso suor Ester dell'Istituto Sacra Famiglia, la casa famiglia che anni fa ha accolto la ragazza.Le cinque Misericordie romagnole di Forlì, Rocca, San Benedetto, Premilcuore e Galeata si uniscono anche nelle spese. In poco tempo sono pronti gli autisti Claudio Benericetti di Forlì e Giancarlo Valenti di Rocca, l'infermiere Alessandro Alessandrini di Dovadola e il medico Francesco Milanesi, già sindaco di Premilcuore. Dirigenti e volontari contattano l'ambasciata italiana in Romania, il console onorario e le strutture sanitarie italiane, fra mille difficoltà burocratiche e sanitarie.Dopo 32 ore di viaggio e 2500 km, i “quattro angeli volontari della solidarietà” prelevano nonno Vito dall'ospedale rumeno di Oradea e lo riportano all'ospedale di Lugo di Romagna, comune di residenza. Racconta la nipote: «Ora il nonno è curato all'ospedale di Cesena e assistito da mia mamma Anna Maria. Sta meglio e, grazie a tanti, speriamo guarisca presto».
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