Ci sono due modi per guardare il video e ascoltare la canzone “Primo giorno di scuola” che il Piccolo Coro dell'Antoniano, in collaborazione con DeAJunior, ha diffuso tramite il canale YouTube – dove, mentre scrivo, conta 7mila visualizzazioni – e le altre vie digitali in occasione dell'inizio dell'anno scolastico, e che è già stato presentato sul sito di “Avvenire” ( bit.ly/2FCTlKM ). Si può guardarlo con gli occhi dei bambini: condividerne immediatamente l'atmosfera elettrica e coloratissima e lasciarsi contagiare dall'allegria che ritmo, parole e immagini trasmettono, ricapitolati nei «festa!» e negli «evviva evviva!!!» del ritornello. In tal caso ce lo godremo ben bene, magari ripensando ai bei tempi di quando tra i banchi tornavamo noi. Oppure si può guardarlo con gli occhi dei grandi: cercare invano nelle parole e nelle immagini un qualche riferimento al fatto che il primo giorno di scuola del 2020 è diverso da tutti gli altri che lo hanno preceduto e notare che non vi compaiono mascherine né vi si allude, tra i sorrisi, ad altre misure di prevenzione. In questo caso ci apparirà troppo alieno dalle mille preoccupazioni con le quali «maestri e genitori» (parole del testo) stanno vivendo il ritorno a scuola dopo la lunga sospensione causata dalla pandemia. Certo, l'autore della canzone (Alessandro Visintainer, i cui brani sono state ai vertici delle ultime edizioni dello Zecchino d'Oro), i registi del video (Davide Ricchiuti e Florian Contegreco) e i produttori (l'Antoniano di Bologna e DeAKids) si saranno positivamente detti: non carichiamo anche noi gli zaini dei bambini con i pesi di cui li hanno sicuramente gravati le famiglie, a loro volta ipersensibilizzate dai media. Ma temo che anche agli occhi dei bambini sembrerà che sia la canzone, sia il video che l'accompagna fanno finta di niente su qualcosa che quegli occhi stanno vedendo benissimo.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: