«Non rimandate a domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo». I carabinieri, giunti nel supermercato dove un anziano signore – nonno – aveva rubato alcune barrette di cioccolato per i nipoti, non ci hanno pensato due volte. Forse perché a loro volta sono padri e figli nello stesso tempo. Forse perché hanno immaginato per un attimo il loro papà, pizzicato dalla vigilanza di un discount alimentare a rubare qualche barretta di cioccolato promessa ai nipoti. Dove può arrivare l' more? A commettere qualche sciocchezza, a volte piccola, altre enorme. Me la immagino la scena: il nonno braccato dalla sicurezza, le barrette che escono dalla tasca. La costernazione e l'imbarazzo di tutti. Le sirene spiegate della pattuglia, l'arrivo al negozio e la sorpresa dei militari. «Non avevo i soldi, volevo portare un regalo ai miei nipotini». La struttura decide di non sporgere denuncia e i militari dell'Arma che fanno? Senza pensarci un attimo mettono la mano nella tasca dei pantaloni, quella vicino alla banda rossa. Pagano le barrette e le consegnano al nonno. «Porti il regalino ai suoi nipoti». Il calcolo del momento, il buon senso, la scelta di risolvere cose che si sarebbero trasformate in fogli, protocolli e umiliazione. La scelta di immaginare un mondo fatto di persone, oltre che di uniformi. Poco importa se militari o di lavoro. Viviamo in mezzo alle uniformi. Tutti ci riconosciamo immediatamente grazie a questa codifica istantanea. Sotto le uniformi ci sono le storie di tutti noi, che in un certo momento della giornata ce le togliamo e siamo nudi di noi stessi. È la stessa storia di un sindaco, che mesi fa, a seguito di un brutto episodio avvenuto in una piazza – protagonisti giovani, stavolta – ha deciso di mettere da parte per un attimo il pugno duro. Invece di visionare le telecamere presenti nel luogo pubblico, ha preso le sue gambe ed è andato a parlare con i ragazzi della piazza. Forse perché prima che sindaco è padre. «Studiate di farvi amare!». Don Bosco ci aveva preso.