Capodanno con il botto per Rai 1. L'ammiraglia della tv pubblica ha inaugurato il 2018 con lo show di Roberto Bolle dopo che nell'autunno del 2016 aveva vinto, grazie a lui, la scommessa di portare la danza classica in prima serata. Rispetto a quel primo tentativo, che fu di grande qualità, è stato fatto un passo avanti anche nella conduzione. Allora fu affidata a Luisa Ranieri e Francesco Pannofino, che non diedero il meglio di loro. Questa volta Bolle (che del programma è autore, direttore artistico e protagonista) ha puntato sul solo Marco D'Amore, il presentatore impensato, all'apparenza così lontano dal mondo della danza, che cerca a tutti i costi (e spesso ci riesce) di smarcarsi dal cliché del perfido Ciro Di Marzio di Gomorra. Per quanto riguarda invece i balletti, Bolle ha scelto brani tratti dal repertorio classico, neoclassico e contemporaneo con coreografie di Roland Petit, Rudolf Nureyev e Mauro Bigonzetti (molto bello il Caravaggio) alternate a creazione inedite. Per interpretarli, ha chiamato artisti di fama internazionale, ma anche le giovanissime allieve dell'Accademia della Scala. Proprio a loro, in apertura, si deve uno dei momenti più suggestivi della serata: l'ingresso in scena sulle punte marciando come un battaglione militare. A seguire tanti altri momenti emozionanti. Ne citiamo due per tutti, diversi tra loro. Il primo è il balletto con Ahmad Joudah, il giovane ballerino siriano, perseguitato dall'Isis e contrastato dalla famiglia. Il suo grande sogno era ballare con Bolle e lui lo ha accontentato. Ma non solo: ad accompagnarli è stato il grande Sting con il bellissimo brano Inshallah. La seconda citazione è per Virginia Raffaele, già ospitata nel 2016 come imitatrice di Carla Fracci, che questa volta ha realizzato con Bolle un numero di forte ironia, ma anche di danza vera e propria, con effetti speciali per un momento di grande televisione. Infine, a parte i numerosi altri ospiti (Tiziano Ferro, Fabri Fibra, Lil Buck, Pif, Miriam Leone...) è il padrone di casa ad aver confermato, se mai ce ne fosse bisogno, bravura e versatilità. La danza è il suo linguaggio. Lui stesso ammette di non cavarsela bene con le parole. Ha sempre preferito esprimersi attraverso il gesto e il movimento. Ci riesce come pochi altri al mondo. Se ne sono accorti tutti, anche i telespettatori profani del balletto.

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