C'è molta Toscana nella serie tv I delitti del Barlume tornata in onda per la nona volta con il primo dei due nuovi episodi (Compro oro) il lunedì su Sky Cinema. Ci sono all'origine i romanzi del pisano Marco Malvaldi. C'è l'ambientazione all'Isola d'Elba, a Marciana Marina, che nella finzione diventa Pineta, cittadina immaginaria sulla costa tra Pisa e Livorno. C'è il lungomare elbano con un chiosco (il “BarLume”, appunto) che nella realtà non esiste e ci sono baristi e clienti interpretati da attori non toscani che parlano toscano come il protagonista Filippo Timi, umbro, nei panni di Massimo Viviani, e attori toscanissimi come Enrica Guidi (la Tizi) e il quartetto dei pensionati tra cui Alessandro Benvenuti (Emo). Persino il regista Roan Johnson è nato a Londra e cresciuto a Pisa. Con una banda del genere è scontato che la serie punti sul sarcasmo, l'ironia amara e pungente, a volte cattiva. La formula è quella del giallo a toni comici, con crimini e, come detto, tanta “toscanità”, compresa qualche parolaccia di troppo. Rispetto, però, ai racconti di Malvaldi, i personaggi del Barlume televisivo sono più caricaturali (si pensi ad esempio al capo della Polizia Tassone). Invariato, invece, il caso di omicidio presente ogni volta e le indagini condotte dal commissario Vittoria Fusco (Lucia Mascino) che si intrecciano con le peripezie di qualcuno dei gestori o dei clienti del “BarLume”, compreso il petulante assicuratore Paolo Pasquali (interpretato dall'attore romano Corrado Guzzanti, di cui parlava ieri anche Umberto Folena nella rubrica “Press Party”), comunque uno dei personaggi più divertenti con tanto di forzata cadenza veneta. L'impressione complessiva, però, è che comincino a scarseggiare le idee. La sceneggiatura ne risente e il risultato finale lascia a desiderare.
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