La fede è soltanto un «rimedio all"angoscia dell"insensatezza della vita», scrive il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti su D, la Repubblica delle Donne (sabato 18). Fosse anche soltanto questo, cioè la risposta all"interrogativo fondamentale del nostro esistere (ma è ben di più), non si vede perché si dovrebbe rifiutarla e disprezzarla. Invece il biologo inglese Richard Dawkins, altro ateo pervicace, nel suo ultimo libro (The God delusion, La delusione di Dio) «cerca una spiegazione evolutiva della religione» anche se essa «è un"attività così dispendiosa, così stravagante» che non può rientrare negli schemi darwiniani «dal momento che la selezione sanziona ed elimina gli sprechi». Sul Manifesto (mercoledì 22), Felice Cimatti lo critica, ma solo perché il suo ateismo è darwiniano. Gli resta, infatti, da demolire «il campo del sacro», che «rimanda alla costituzione biologica dell"animale umano» e così fa apparire «del tutto esclusa una spiegazione evolutiva» (invece proprio questa «bio-logica» dovrebbe giustificarla). Come si vede gli atei sembrano più occupati a negare l"esistenza di Dio con le loro sciocche assurdità che a proporre una risposta ragionevole alle domande di senso. In concreto, persino il loro nome (a-teo) parte dalla presupposizione di Dio, cosicché proprio essi sono, in qualche modo, i maggiori garanti della sua esistenza.
ACCANIMENTO EUTANASICOCon la penna prima dei senatori ds Anna Finocchiaro e Ignazio Marino (giovedì 23), poi del suo ex direttore Furio Colombo, l"Unità (venerdì 24) conduce un"intensa campagna a favore del «testamento biologico e contro le direttive anticipate». Finocchiaro e Marino indicano la soluzione nella loro proposta di legge, in cui - dichiarano - «non parliamo di eutanasia», che consiste nella «somministrazione [...] di una sostanza velenosa che conduca immediatamente alla morte», ma di semplice «sospensione o non attivazione di procedure o terapie anche nei casi più estremi e tragici di sostegno vitale». Siamo qui in piena antilingua: infatti, eutanasia non è soltanto «somministrazione» o «non attivazione» di qualcosa, ma anche sospensione dei trattamenti di cura ordinaria, come l"alimentazione, l"idratazione e la respirazione, che provoca direttamente la morte. Come nel caso della povera Terri Schiavo la quale, per pietà, fu fatta morire per fame, sete e soffocamento. Ove si vede come la battaglia per il living will non è che un trucco per legalizzare, dopo il divorzio e l"aborto, anche l"eutanasia. Come, fin dal 1974, volevasi dimostrare.
IL BUON MUSULMANOA un lettore «stanco dell"omofobia dei cattolici», cui non è piaciuto "Il padre delle spose" televisivo, Corrado Augias risponde (venerdì 24) che dalla critica della on. Binetti «trapela una mentalità che si avvicina a quella che deprechiamo in certe manifestazioni dell"Islam». Per esempio, nella norma coranica per cui «la donna che sostiene di non aver "tradito", ma di essere stata violentata, deve portare a sua discolpa quattro testimoni "buoni musulmani". In difetto rischia la lapidazione». Augias, che pure ha scritto un libro su Gesù, dimentica l"episodio dell"adultera e così si fa anche lui buon musulmano per scagliare la sua pietra contro i cristiani.
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