Anche i giornalisti hanno un cuore che palpita. Coltivano passioni. Sono tifosi. Quindi vanno compresi se non resistono, cadono in tentazione e, talvolta, da un quotidiano prorompe un grido d'amore sfrenato, paragonabile solo allo straziante «Adriana!» di Rocky Balboa. È accaduto nei giorni scorsi su “Libero“ ad Alberto Luppichini. Titolo: «Letizia Moratti è la nostra Lady di ferro. Pensa alla gente e non alla casta». La prosa, ehm, si mantiene costante sul filo di un'elegante sobrietà. Ecco un primo esempio: «La vita di Letizia assomiglia a una missione, che la donna da sempre incarna con dedizione assoluta ed estremo senso del dovere». L'«estremo senso del dovere» è sempre stato associato ai Carabinieri caduti eroicamente, va quindi apprezzato se stavolta tocca a una signora.
Ma non basta. Luppichini è in trance agonistica e incalza senza freni: «Questa donna elegante e con le movenze fini si dedica anima e corpo a un solo obiettivo: le esigenze e i sogni della gente comune». Abbiamo la sensazione che, a questo punto, perfino Letizia Moratti, la cui discrezione è nota, arrossirebbe. Neanche la più generosa delle generosissime agiografie dei santi saprebbe essere tanto generosa: almeno qualche minuscolo difetto lo troverebbe. Qui no. Altre espressioni a ruota libera: «carisma visionario», «intelligenza e sensibilità», «idee lungimiranti», «postura salda da timoniere tenace», roba da far invidia agli eroi della Prada Cup alla guida dei velieri che sfrecciano nella baia di Auckland.
Dopo l'adulazione, la denigrazione. «A tutto posso resistere tranne che alle tentazioni» (Oscar Wilde). Accade che un cognome sia particolarmente tentatore ma, attenzione, il rischio della battuta scontata sia altissimo. Non sanno resistere, posto che ci abbiano provato, “Giornale” e “Libero” con il presidente della Camera “esploratore”: «Foglia di Fico» il primo, «Adesso ci tocca un Fico secco» il secondo. Suvvia, un po' di originalità. Possibile non siate capaci di far di meglio?
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