Ieri (“Il Fatto”, p. 10): «Francesco come l'Anticristo, le allusioni del card. Burke». Sabato a Roma Convegno “ecclesiale” (sic!) ove i «tradizionalisti arcigni e ciarlieri... non fanno nulla per nascondere il loro odio per l'attuale Pontefice». È una «battaglia» che «si nutre anche di colpi ferocemente bassi». Controlli. È così. E in contemporanea anche peggio: mentre Francesco pubblica Gaudete et exsultate – sulla linea di Gaudet Mater Ecclesia (1962) di Giovanni XXIII, di Gaudete in Domino (1975) di Paolo VI e delle sue esortazioni precedenti Evangelii gaudium e Amoris laetitia – leggi che il cardinale Burke parla della Chiesa di oggi come se stesse attraversando il tempo dell'Anticristo, riferendosi a esso con citazione del par. 675 del Catechismo della Chiesa cattolica, lasciando il sospetto che quella «prova finale» sia in qualche modo già anche oggi vissuta all'interno della Chiesa, anche se per fortuna alla fine vincerà il “Giudizio di Dio”. E perciò la cronaca del “Fatto” finisce ironica: «Chi è l'impostore Anti-Cristo? Indovinate un po'!». Rimarresti incredulo se non leggessi i testi in rete tradizionalista «arcigna e ciarliera», e ripensi ad una sentenza antica: «Quos Deus vult perdere excaecat» (il Signore acceca quelli che vuol perdere). E già, straparlano ciechi, e conduttori di ciechi... Infatti, se vai a consultare proprio quel Catechismo leggi immediatamente dopo (par. 678) che metro unico del Giudizio di Dio sarà l'“amore del prossimo” in quel «Lo avete fatto a me» (Matteo 25) per Francesco, mille volte ripetuto da 5 anni, «nucleo cui tutto si riduce». Dunque, persino ovviamente, il “Catechismo” parla proprio come Francesco! Che dire? Forse a certi tradizionalisti “arcigni e ciarlieri” servirà un detto popolare di una nonna napoletana: “Cesare Cantù, studiando la storia, conobbe e imparò il nulla delle grandezze e delle miserie umane!”. Proprio come le accuse inscenate in certi consessi: solo miserie, e niente grandezze.
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