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"Oggi il mare dove naufragò Paolo con i suoi compagni è ancora un luogo pericoloso. Uomini e donne affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, alla guerra e alla povertà" e come Paolo e i suoi compagni "sperimentano indifferenza e ostilità" non solo del deserto, dei fiumi e dei mari ma degli uomini, "non li lasciano sbarcare nei porti": "sono sfruttati da trafficanti criminali; sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti; a volte l'inospitalità li rigetta come un'onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti".
Con queste parole il Papa si sofferma sull'ospitalità correlato alle migrazioni di oggi, e tornando sull'episodio degli Atti degli Apostoli - già affrontato nella catechesi di due settimane fa - quando l'apostolo Paolo e i suoi compagni naufragarono a Malta.
L'ospitalità come testimonianza dell'amore di Dio
Per il Papa, "come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l'amore di Dio": "possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l'ostilità e l'indifferenza".
I naufraghi di oggi "trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti;
La catechesi di oggi è incentrata sulla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. E come spiegato dal Papa il tema di quest’anno, che è quello dell’ospitalità, a partire dal passo degli Atti degli Apostoli che narra dell’ospitalità riservata dagli abitanti di Malta a san Paolo e ai suoi compagni di viaggio, naufragati insieme con lui.
IL TESTO INTEGRALE DELLA CATECHESI
L'ospitalità "è un'importante virtù ecumenica" perché significa "riconoscere che gli altri cristiani sono veramente nostri fratelli e nostre sorelle in Cristo". Essa "comporta il desiderio di conoscere le altre esperienze che i cristiani fanno di Dio. Questa è una grazia".
"Come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l'amore di Dio": "possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l'ostilità e l'indifferenza"
Nel finale della catechesi di Francesco vi è ancora un richiamo al dialogo ecumenico: "Le divisioni che ancora esistono tra di noi ci impediscono di essere pienamente il segno dell’amore di Dio per il mondo, che è la nostra vocazione e missione. Lavorare insieme per vivere l’ospitalità, in particolare verso coloro la cui vita è più vulnerabile, ci renderà (...) esseri umani migliori, discepoli migliori e un popolo cristiano più unito. Ci avvicinerà ulteriormente all’unità, che è la volontà di Dio per noi".
L'augurio del Papa per il Capodanno lunare: pace e dialogo
"Il prossimo 25 gennaio, nell'Estremo Oriente e in varie altre parti del mondo, molti milioni di uomini e donne celebreranno il capodanno lunare".
Lo ha ricordato papa Francesco al termine dell'udienza generale. "Invio a loro il mio saluto cordiale, augurando in particolare alle famiglie di essere luoghi di educazione alle virtù dell'accoglienza, della saggezza, del rispetto per ogni persona e dell'armonia con il creato", ha aggiunto. "Invito tutti a pregare anche per la pace, per il dialogo e per la solidarietà tra le nazioni: doni quanto mai necessari al mondo di oggi", ha concluso il Pontefice.