venerdì 6 settembre 2013
​Il Papa ha inoltre sottolineato che bisogna vincere la tentazione di gettare la novità del Vangelo in otri vecchi ed ha ribadito che il Sacramento del matrimonio è immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa.
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Il cristiano sia sempre gioioso come quando si va a nozze. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha inoltre sottolineato che bisogna vincere la tentazione di gettare la novità del Vangelo in otri vecchi ed ha ribadito che il Sacramento del matrimonio è immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa. Il servizio di Alessandro Gisotti di Radio Vaticana. “Quando c’è lo sposo non si può digiunare, non si può essere tristi”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dalla risposta di Gesù agli scribi, di cui parla il Vangelo odierno. E subito ha sottolineato che il Signore torna spesso su questa immagine dello sposo. Gesù, ha detto, ci fa vedere il rapporto fra Lui e la Chiesa come nozze. “Penso – ha osservato il Papa – che questo proprio sia il motivo più profondo perché la Chiesa custodisce tanto il Sacramento del matrimonio e lo chiama Sacramento grande, perché è proprio l’immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa”. Il Pontefice si è dunque soffermato sui due atteggiamenti che il cristiano dovrebbe vivere in queste nozze: innanzitutto “la gioia, perché c’è una grande festa”:“Il cristiano è fondamentalmente gioioso. E per questo alla fine del Vangelo, quando portano il vino, quando parla del vino, mi fa pensare alle nozze di Cana: e per questo Gesù ha fatto quel miracolo; per questo la Madonna, quando si è accorta che non c’era più vino, ma se non c’è vino non c’è festa… Immaginiamo finire quelle nozze, bevendo il tè o il succo: non va… è festa e la Madonna chiede il miracolo. E così è la vita cristiana. La vita cristiana ha questo atteggiamento gioioso, gioioso di cuore”. Certo, ha aggiunto il Papa “ci sono davvero momenti di croce, momenti di dolore, ma sempre c’è quella pace profonda della gioia, perché la vita cristiana si vive come festa, come le nozze di Gesù con la Chiesa”. Ed ha ricordato come alcuni dei primi martiri andassero al martirio come se si andasse a nozze; anche in quel momento avevano “un cuore gioioso”. La Chiesa, ha poi ribadito, si unisce col Signore “come una sposa col suo sposo e alla fine del mondo sarà la festa definitiva”. Il secondo atteggiamento che deve tenere il cristiano, ha proseguito, lo troviamo nella parabola delle nozze del figlio del re. Tutti vengono invitati alla festa, buoni e cattivi. Ma quando inizia la festa, il re guarda chi non ha la veste nuziale:“A noi viene l’idea: ‘Ma, padre, com’è? Sono stati trovati negli incroci delle strade e si chiede loro la veste nuziale? Questo non va… Cosa significa questo?’. E’ semplicissimo! Soltanto Dio ci chiede una cosa per entrare in questa festa: la totalità. Lo Sposo è il più importante; lo Sposo riempie tutto! E questo ci porta alla prima Lettura, che ci parla tanto fortemente della totalità di Gesù, primogenito di tutta la creazione. In Lui furono create tutte le cose, per mezzo di Lui sono state create e in vista di Lui. Tutto! Lui è il centro, proprio tutto!”. Gesù, ha soggiunto, “è anche il capo del Corpo della Chiesa; Egli è principio. E Dio ha dato a Lui la pienezza, la totalità, perché in Lui siano riconciliate tutte le cose”. Se dunque il primo atteggiamento è la festa, ha detto Papa Francesco, “il secondo atteggiamento è riconoscere Lui come l’Unico!”. Il Signore, ha detto ancora, “soltanto ci chiede questo: riconoscere Lui come l’Unico Sposo”. Lui “è sempre fedele e chiede a noi la fedeltà”. Ecco perché quando vogliamo “avere una piccola festicciola nostra, che non sia questa grande festa, non va”. Il Signore, ha ribadito, ci dice che non si possono servire due padroni: o si serve Dio o si serve il mondo:“Questo è il secondo atteggiamento cristiano: riconoscere Gesù come il tutto, il centro, la totalità. Ma sempre avremo la tentazione di buttare questa novità del Vangelo, questo vino nuovo in atteggiamenti vecchi… E’ il peccato, tutti siamo peccatori. Ma riconoscerlo: ‘Questo è un peccato’. Non dire questo va con questo. No! Gli otri vecchi non possono portare il vino nuovo. E’ la novità del Vangelo. Gesù è lo sposo, lo sposo che sposa la Chiesa, lo sposo che ama la Chiesa, che dà la sua vita per la Chiesa. E Gesù fa questa festa di nozze! Gesù ci chiede a noi la gioia della festa, la gioia di essere cristiani. E ci chiede pure la totalità: è tutto Lui. E se noi abbiamo qualcosa che non è di Lui, pentirsi, chiedere perdono e andare avanti. Che il Signore ci dia, a tutti noi, la grazia di avere sempre questa gioia, come se andassimo a nozze. E anche avere questa fedeltà che è l’unico sposo è il Signore”.
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